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M5s, rottura tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio: i "pizzini" dell'ex premier e il ruolo di Rocco Casalino

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Domani, venerdì sei agosto, Giuseppe Conte sarà incoronato leader del Movimento. Ma nel Movimento emerge con sempre più forza la posizione centrale del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio che, sempre di più, si pone in antitesi a quella dell'ex premier. Il dualismo tra le due figure c’è e permane. La cosa curiosa è che i due si parlano, ormai, solo attraverso le interviste. Prima Conte, con Rocco Casalino sempre nelle vesti suggeritore, ricopre la parte del falco sulla riforma della Giustizia. Poi in una intervista alla Stampa dice: "Tutti, ma proprio tutti, devono uniformarsi alla decisione e all’indirizzo assunti, altrimenti non avremo un movimento politico ma un condominio". Di Maio gli risponde attraverso Repubblica: "Chi minaccia il governo affossa la ripresa del Paese. Ricevo attacchi, ma non leggo smentite. Queste diatribe interne non indeboliscono solo il Movimento, ma chi lo guida, è sempre stato così", fa sapere.

 

 

 

 

L’ex premier, una volta incoronato leader, poi  dovrà presentare un nuovo organigramma interno. Paola Taverna e Stefano Buffagni sono in corsa, come Lucia Azzolina, Chiara Appendino. Luigi Di Maio e Roberto Fico dovrebbero rivestire, scrive il Giorno, il ruolo di saggi nel Comitato di Garanzia, che sarà proposto da Beppe Grillo: il solo organo che può sfiduciare il leader.

 

 

 

 

Infine, sul tavolo di Conte, ecco subito un’altra grana: "usare il bastone o la carota con i due voti contrari – i deputati Frusone e Vianello – alla riforma Cartabia, oltre che nei confronti dei 16 assenti non giustificati al voto finale sul ddl. Saranno, nel caso, le prime espulsioni di Conte", scrive il Giorno. Tutto nasce con l'approvazione della riforma della Giustizia che ha spaccato il Movimento e che ha portato alla Camera per il voto di fiducia all'assenza di 41 deputati.

 

 

 

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