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Cosa votano i giovani, "facciamo chiarezza": l'analisi dell'imprenditore Andrea Pasini

Andrea Pasini
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I giovani scelgono il centrodestra. Secondo i sondaggi di Tecnè, Lega e Fratelli d’Italia conquistano quasi il 50% degli elettori nella fascia d’età compresa trai 18 ai 21 anni. Rispettivamente i due partiti sembrano convincere il 23% e il 22% dei giovanissimi. Il 21% dei neo maggiorenni sceglie invece il Partito Democratico, mentre solo il 9% è orientato verso il Movimento 5 Stelle. Al quinto posto troviamo Forza Italia che con il suo 6% porta il centrodestra al 51% dei consensi tra i giovani.


Solo qualche mese fa Enrico Letta propose durante l’Assemblea del Pd di estendere il diritto di voto ai maggiori di 16 anni. Una proposta già avanzata anche durante la formazione del secondo governo Conte che ha infiammato il dibattito nei salotti della politica. Una proposta che senza dubbio appoggia le sue radici sulle ultime elezioni politiche. Nel 2018, infatti, Movimento 5 Stelle e Pd erano ai primi posti nel gradimento tra i giovani. Dalla simulazione realizzata da YouTrend possiamo vedere come il 37,9% dei voti per i pentastellati gli era stato assegnato dai più giovani (18-24 anni) così come il 14,4%  per il Pd.


Quattro anni fa, Fratelli d’Italia si fermava al 5,4%, Forza Italia al 14.01% e Lega al 17.37%. Non è difficile capire che le cose in questi quattro anni siano molto cambiate, prima di tutto perché la sinistra tratta temi sempre più distanti dalle reali esigenze delle persone e soprattutto dei giovani. Presenta proposte lontane dai bisogni reali degli italiani intestandosi battaglie politiche su temi molto distanti dalle esigenze di chi tutti i giorni deve riuscire in questo momento storico così delicato a mettere insieme il pranzo con la cena e poi anche a causa della pandemia. Il 43% dei ragazzi ha infatti dichiarato di sentirsi diverso da prima e di non saper bene come affrontare la vita con la nuova normalità, se così si può definire. Secondo i dati Istat, la disoccupazione giovanile è oggi al 33% e oltre 34.000 ragazze e ragazzi sono a rischio abbandono scolastico.


Durante il webinar “L’era della disuguaglianza: i giovani al tempo del Covid-19, organizzato dal Comitato economico e sociale europea, nell’ultimo anno  hanno perso il lavoro o hanno visto peggiorare le loro condizioni lavorative, hanno visto l’insegnamento variare da modelli in presenza a modelli di didattica a distanza, le loro interazioni sociali sono state limitate, ed è stata impedita la loro capacità di lavorare e viaggiare tra le diverse regioni.


E cosa è stato fatto per migliorare la situazione? Nulla. Invece che tutelarli, una certa parte politica ha preferito dare ai più giovani parte della colpa della situazione attuale. Sono loro che fanno salire i contagi, loro che non rispettano le regole, loro che non si impegnano abbastanza. Invece che trovare un modo sicuro per farli tornare a scuola, il governo giallo rosso a guida Conte è stato capace di collezionare purtroppo per il Paese solo un disastro dietro l’altro. Secondo i dati raccolti da Invalsile le competenze degli alunni non sono mai state così basse. In quinta superiore il 44% degli alunni non arriva al livello minimo in italiano.


Per quanto riguarda l’occupazione giovanile, neanche gli investimenti previsti dal Pnrr riusciranno a risolvere il problema. Ai giovani andranno l’8,12% delle risorse italiane del Recovery e complessivamente -per effetto indiretto  i nuovi occupati saranno 74.600. È importante però sottolineare che tra il 2020 e il 2026 circa 85.000 nuovi giovani entreranno nel mercato del lavoro. Preoccupa però un altro dato, il 50% dei ragazzi propende per l’astensione o si dice incerto su chi votare. Sarà forse che i giovani hanno perso la fiducia nelle istituzioni? Visti i dati appena illustrati non mi stupirebbe.


Mi auguro che il centrodestra sappia leggere attentamente e  seriamente questi  dati e lavori per creare un futuro migliore per i nostri figli. La fiducia dei giovani non va delusa, ma va coltivata e rispettata. Bisogna ascoltarli perché è a loro che lasceremo il nostro Paese. E non possiamo permetterci di affidargli un paese così disastrato.

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