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Green Pass, compromesso Draghi-Lega: niente voto d fiducia e ritirati gli emendamenti

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Alla fine sembra essere stato trovato un compromesso sull’esame alla Camera riguardante il Green Pass. Il governo presieduto da Mario Draghi eviterà il voto di fiducia e tutti i partiti della maggioranza (leggasi la Lega) hanno ritirato gli emendamenti al decreto legge varato lo scorso 6 agosto. Un compromesso che serve a salvare le apparenze, ma che non sposta di una virgola la sostanza: il Green Pass potrà essere discusso in Aula, ma “andrà avanti” perché questa è la volontà di Draghi.

È ormai chiaro che la partita si gioca su due binari paralleli: quella politica, fatta di scontri e tensioni tra gli azionisti della maggioranza per “marcare il territorio”, e quella reale, unicamente affidata alle volontà e alle decisioni del presidente del Consiglio e della sua squadra di governo, che si tratti di salute, economia, lavoro o quant’altro. Per quanto riguarda il Green Pass, nei giorni scorsi si era verificato un episodio rilevante a livello politico: con una sorta di blitz, guidato da Claudio Borghi, i deputati della Lega durante i lavori in Commissione avevano votato contro il certificato verde, insieme a Fratelli d’Italia.

Poi il Carroccio aveva presentato 900 emendamenti, ma dopo la conferenza di Draghi ne erano rimasti in piedi una cinquantina. Pochi ma pericolosi, perché su alcuni era previsto il voto segreto che avrebbe potuto produrre uno sfaldamento della maggioranza. Alla fine però è stata trovata una soluzione, anche perché all’interno della Lega per un Borghi “sovversivo” c’è uno Giorgetti di buonsenso e favorevole all’estensione del Green Pass.

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