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Giancarlo Giorgetti sulla corsa al Quirinale: "Vorrei Mario Draghi e il voto. Ma non escluderei Casini"

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Per  Giancarlo Giorgetti "l'interesse del Paese è che Mario Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince", dice in una intervista a La Stampa. "La vera discriminante politica per i prossimi sette anni è che cosa fa Draghi", spiega il ministro dello Sviluppo economico, "io vorrei che rimanesse lì per tutta la vita. Il punto è che non può", perché "appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà".

 

 

"A gennaio mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente". Secondo Giorgetti, Silvio Berlusconi al Colle è un'ipotesi improbabile, ha "poche" possibilità, dice. "Complicato" anche il bis di Sergio Mattarella - "resta solo se tutti i partiti lo votano. E la Meloni ha già detto che non lo voterà" - mentre avrebbe più chances Pier Ferdinando Casini: "Non lo escluderei. Casini è amico di tutti, no?".

 

 

Alla domanda su chi vincerà le amministrative a Roma, Giorgetti risponde: "Dipende da quanto Calenda riesce a intercettare il voto in uscita dalla destra", "se Calenda va al ballottaggio con Gualtieri ha buone possibilità di vincere. E, al netto delle esuberanze, mi pare che abbia le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa come Roma". A suo avviso il candidato giusto del centrodestra nella Capitale sarebbe stato Guido Bertolaso.

A Milano, il ministro prevede una possibile vittoria di Giuseppe Sala al primo turno, a Torino di Paolo Damilano al secondo. 

 

 

 

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