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Mario Draghi e le riaperture, la voce dal Cts. "Uno schiaffo, così si deligittimano gli scienziati"

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I tecnici calpestati dal governo. Il Comitato tecnico scientifico non ha apprezzato la mossa di Mario Draghi di tirare dritto sulle capienze per teatri, cinema e discoteche. L'esecutivo aveva infatti chiesto al Cts un parere, salvo poi fare di testa propria. È questa l'accusa mossa dai tecnici, che definiscono il decreto varato dal Consiglio dei ministri "uno schiaffo". "Sarebbe bastato - è la riflessione che circola e riportata dal Corriere della Sera  - non chiederci di esprimerci sulle percentuali di pubblico da ammettere nelle sale o nelle discoteche, ma solamente sull'opportunità di rivederle".

 

 

Anche le due sedute del Comitato non sono state affatto una passeggiata: da una parte i più cauti come il presidente Silvio Brusaferro, dall'altra chi ritiene che il Green pass sia sufficiente a contenere i contagi da Covid-19. Tra loro c'è il coordinatore del Comitato, Franco Locatelli. Risultato raggiunto dalla difficile mediazione? L'80 per cento di capienza nei teatri e nei cinema, 75 negli stadi, 50 nei palazzetti dello sport e 35 nelle discoteche.

 

 

Percentuali prese e gettate nel cestino da Palazzo Chigi, dove non è prevalsa la linea rigorista. Eccetto la capienza degli stadi, tutte le altre sono state ritoccate al rialzo. A far pressione alcuni partiti come la Lega di Matteo Salvini. Indignati però i tecnici: un danno, più che alla strategia anti Covid all'immagine degli esperti che compongono il comitato, è quanto vanno lamentando. Stessa storia era accaduta nei primi mesi del 2020, sulla scuola, quando le misure assunte dal governo andavano in direzione opposta rispetto alle indicazioni dei tecnici. "Così - concludono amareggiati - si delegittimano gli scienziati".

 

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