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Mario Draghi e Beppe Grillo, il "filo diretto": altra bordata su Conte, le indiscrezioni da Palazzo Chigi

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 Beppe Grillo è soddisfatto del lavoro come premier di Mario Draghi e pensa che debba portare a termine il lavoro che sta facendo, fino al 2023. I due si sentono con regolarità. E' successo a settembre, ma anche a ottobre per la manovra. "La strana coppia si è presa in simpatia. Tra loro scherzano. Ma soprattutto si confrontano. Draghi cerca in Grillo ciò che non riesce a trovare in Giuseppe Conte? Forse una sponda. Magari, a volte, un aiuto. E, chissà, una bussola per i mesi futuri", si chiede il Foglio.

 

 

 

Intanto il cruccio di Draghi è spendere bene e in modo proficuo i soldi europei per il Pnrr. C'è malcontento in molti uffici legislativi dei ministeri. I tecnici impegnati sul Pnrr si ritrovano a dover comunicare le stesse informazioni, a segnalare gli stessi problemi, a diverse strutture. Tra tante incomprensioni burocratiche tra le varie segreterie dei vari uffici tra Mef e Palazzo Chigi, non si riesce a coordinare per il meglio.

 

 

 Quindi spesso è Roberto Garofoli, responsabile supremo della cabina di regia al servizio di Draghi, "che risolve la questione alzando il telefono e parlando direttamente coi funzionari. Sembrava insomma abbastanza, e invece abbastanza non era. E così nel decreto varato dal Cdm la scorsa settimana, è parso opportuno riconoscere a Mariastella Gelmini quel che mesi fa il Mef ritenne superfluo, e dunque sbagliato, assegnarle, e cioè un bel Nucleo per il coordinamento per il Pnrr tra Stato e regioni", rivela il Foglio. Mentre il discorso per il Tavolo per il partenariato doveva coinvolgere le parti sociali nello sviluppo del Pnrr. A guidarlo sarà Tiziano Treu,a attuale presidente del Cnel. 

 

 

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