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Cristian Invernizzi, "avete rotto il ca***". Lega, rissa e (quasi) mani addosso: vaccino, dietro alla sbroccata un dramma personale

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"Avete rotto il c***o": sarebbe finito quasi a mani addosso il confronto tra Cristian Invernizzi e Guglielmo Golinelli. Entrambi leghisti, il primo convintamente pro vaccino anche per una dolorosa vicenda personale e per provenienza geografica, il secondo esponente dell'ala (minoritaria) del Carroccio che esprime dubbi su vaccini e Green pass

 

 

 

 

 


Il retroscena è del Corriere della Sera, che descrive Invernizzi come il volto della "nuova" Lega di governo, traghettata da Matteo Salvini su posizioni molto pragmatiche a sostegno di ogni misura che possa contenere la pandemia e dare respiro ai cittadini e al ceto produttivo, industriali, artigiani e partite Iva massacrati dai lockdown a livello umano ed economico. Una posizione, non a caso, suggerita da chi come i governatori del Veneto Luca Zaia e del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga devono confrontarsi non tanto con il "popolo del web" che getta benzina sul fuoco del complottismo no vax, ma con il motore economico del Nord Est che ha un solo obiettivo: uscire dalla crisi sanitaria e riprendere a correre. 

 

 

 

 

 

 

 

D'altronde il bergamasco Invernizzi, sottolinea il Corsera, "il Covid l'ha visto sul volto sofferente di suo padre Fiorino" e nella morte di 6.000 concittadini morti durante la prima ondata, tra cui molti amici e conoscenti.. L'anziano, medico di base e odontoiatra, nella primavera del 2020 è rimasto contagiato: "Mio padre l'abbiamo preso per i capelli, per fortuna - ha raccontato al Corriere Bergamo - ma ho perso degli amici", conferma il deputato leghista. Che nei giorni scorsi ha affrontato a muso duro il collega di partito Golinelli, vicino a posizioni No Green pass, con parole esplicite e dirette: "Adesso basta stupidaggini, avete rotto il ...".

 

 

 

 

 

 

Invernizzi peraltro non è tacciabile di "simpatie" per il fronte avverso, avendo fatto anzi impazzire i colleghi del centrosinistra quando in aula sul Ddl Zan aveva usato queste parole "poco politicamente corrette" salutando "colleghi, colleghe e a chi non ha ancora maturato una chiara identità sessuale...". Ma sul Covid e i vaccini, l'ex segretario provinciale di Bergamo dal 2006 al 2013 (e di nuovo, da pochi mesi) con fama da sciupafemmine non accetta né ironie né distinguo. 

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