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Matteo Salvini, il retroscena: "Così al tavolo non mi siedo", l'irritazione del leghista per le mosse di Berlusconi sul Quirinale

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Matteo Salvini è silente. Sulla corsa al Quirinale e l'uscita di Antonio Tajani, il leader della Lega preferisce non pronunciarsi. Il numero due di Forza Italia ha infatti escluso un nuovo governo senza Mario Draghi, irritando - secondo quanto scrive Repubblica - non poco l'alleato. Salvini ha promesso al Cavaliere un sostegno ma punta ad avere un ruolo centrale nella trattativa ad ampio raggio che vuole portare avanti e sa che non può neppure sedersi al tavolo con gli altri capi di partito con una tale pregiudiziale. Non solo, perché il segretario del Carroccio sa che per eleggere un presidente della Repubblica servono consensi che al momento Berlusconi non ha.

 

 

Per questo nessuno, né Pd, né Italia Viva e né M5s, si sente di escludere il nome dell'attuale premier. È lui, Draghi, il più gettonato per il Colle. La stessa Giorgia Meloni potrebbe strizzare l'occhio al presidente del Consiglio, con l'obiettivo di recarsi alle urne. Un passaggio, quello da Palazzo Chigi al Quirinale, comunque non esente da difficoltà. Il problema è che per eleggere l'ex numero uno della Bce - sempre che il premier accetti di essere candidato - bisogna studiare un piano che garantisca ai deputati e senatori chiamati al voto che la legislatura non finisca un giorno dopo.

 

 

Una garanzia che Salvini non è in grado di promettere e così l'unica via d'uscita, ancora una volta, potrebbero essere le elezioni anticipate. Ma il leader della Lega, come detto prima, pensa anche a un altro nome. E per farlo non può sottrarsi dal dialogo con i centristi. Tra questi, manovratore per eccellenza, Matteo Renzi con cui - fa sapere il quotidiano - i contatti non mancano. Intanto sul tavolo, per la corsa alla successione di Sergio Mattarella, spunta il nome di Marta Cartabia, Giuliano Amato o Pier Ferdinando Casini. Ma la partita è apertissima.

 

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