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Giuseppe Conte a L'aria che tira, "perché ho detto no alla candidatura a Roma": una strana spiegazione

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"Non mi candido perché voglio entrare dalla porta principale". Giuseppe Conte, ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira su La7, sfida il senso del ridicolo "motivando" così la decisione di non candidarsi alle elezioni suppletive nel collegio Roma 1. In ballo c'era un posto alla Camera in sostituzione del dem Roberto Gualtieri, diventato sindaco di Roma. Il Pd ha offerto la poltrona all'ex premier, promettendogli sostegno politico e un bel pacchetto di voti. Ma Conte ha "declinato", ringraziando Enrico Letta, sostenendo di aver come priorità quella di ricostruire il Movimento 5 Stelle. Il suo nemico naturale Matteo Renzi ha ironizzato sulla sua cronica "mancanza di coraggio" e lo stesso ha fatto Carlo Calenda, disposto a candidarsi contro di lui (sostenuto dai centristi ma forse pure dal centrodestra) e convinto che l'avvocato abbia detto di no solo per paura di andare incontro alla prima, drammatica sconfitta elettorale da quando è sceso in politica, nel 2018, da premier "signor nessuno". 

Conte dalla Merlino: "Meglio la porta principale". Guarda l'intervista a L'aria che tira

 

"Letta le ha proposto una candidatura pregiata - sottolinea la Merlino -. Com'è andata? Perché aveva dei dubbi?". "Con Enrico Letta - spiega - abbiamo consuetudine di sentirci, c'è un proficuo e molto franco rapporto. Di questa possibilità ne avevamo già parlato, io ho sempre espresso le mie perplessità. Mi sto dedicando a un impegno politico assorbente, la costruzione di questo nuovo corso". "Ma lei un mezzo sì lo ha detto?". "No, ne abbiamo riparlato, Letta mi ha parlato di questa concreta disponibilità. Devo dire la verità, questa volta mi sono preso un supplemento di riflessione perché c'era una suggestione di poter stare in mezzo ai parlamentari, anche se la compattezza è indipendente dalla mia presenza. Ma io la riserva non l'ho mai scelta. Avevo un dubbio politico e uno pratico. Sto realizzando un nuovo corso del Movimento e ho l'ambizione di presentarmi alle elezioni politiche, con un programma complesso e trasparente. Vorrei entrare dalla porta principale. Quindi la ragione pratica, l'impegno assorbente".

Piccola nota a margine: la candidatura in un seggio blindato come quello di Roma 1 non avrebbe garantito a Conte la presenza in Parlamento vita natural durante, dal momento che nel "peggiore" dei casi avrebbe dovuto ricandidarsi nel 2023, tra un anno e mezzo. Resta il nodo del 2 di picche rifilato a Letta, che secondo i retroscena sarebbe rimasto spiazzato e deluso. "Giuseppe, così mi metti in difficoltà", è lo sfogo di Enrico riferito dal Corriere della Sera. "Ricostruzioni fantasiose", le bolla Conte. "Quindi il Pd non c'è rimasto male", lo stuzzica ancora la Merlino. "Questo lo dovete chiedere a loro", mette le mani avanti l'avvocato. Altro giro, altra mezza conferma, altra gaffe.

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