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Quirinale, Bruno Vespa: "Il più grande timore di Letta". Retroscena, perché è andato ad Atreju dalla Meloni

 Bruno Vespa

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Il Quirinale è l'argomento che sta tenendo banco nei palazzi della politica. Nella seconda metà di gennaio, infatti, scrive Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno, si deve "scegliere un nuovo capo dello Stato. A questo punto la pressione si trasferisce da Mattarella a Draghi perché rinunci alla tentazione di candidarsi". Una "pressione curiosa", osserva il direttore di Porta a Porta, "perché finora il presidente del Consiglio si è limitato a sfiorare l'argomento - essendo impossibile farne a meno - solo in conversazioni rigorosamente private perché è noto che al Quirinale non ci si candidi, ma si sia candidati".

 

 

Ora ci sono due preoccupazioni. La prima è che "caduto il governo per la promozione del suo capo, si vada alle elezioni anticipate come accadrebbe in un Paese normale. Ma questo significherebbe consegnare alla povertà molti deputati e senatori, soprattutto 5 Stelle, che staranno maledicendo la sciagurata decisione di avere imposto la riduzione di un terzo dei parlamentari". La seconda è che "senza Draghi il Paese vada allo sbando, avendo egli dato in pegno all'Europa la propria credibilità perché i miliardi del Piano di Ripresa vengano spesi nel migliore dei modi possibili".

 

 

In questo campo ci sono poi quelli che come Vespa ritengono che "il trasferimento al Quirinale" di Draghi "non faccia scadere la garanzia del pegno di credibilità del nuovo sistema Italia" e quelli che invece vedono "la sciagura dietro l'angolo". Quel che è certo è che ad Atreju "Enrico Letta ha ripetuto a Giorgia Meloni che il capo dello Stato va scelto insieme". Forse, scrive Vespa, ha paura che "il centrodestra possa fare da solo, visto che per la prima volta ha la maggioranza relativa dei Grandi elettori e che nelle Camere ci sia una sterminata platea di Franza/o Spagna/purché se magna pronti a votare chiunque in cambio di chissà che cosa? Questa seconda ipotesi non è peregrina, se non altro perché Matteo Renzi ha un pacchetto di voti con il quale può costruire o scassare qualunque gioco". Forse Letta vuole "scongiurare l'elezione di Berlusconi, che per il Pd sarebbe infinitamente più perniciosa del Covid". L'unica soluzione sarebbe Draghi subito. 

 

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