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Mario Draghi, il "vaffa" alla Ue con cui si candida a patriota: un messaggio alla Meloni con vista-Colle?

Salvatore Dama
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Mario Draghi prova a fare il patriota. Soprattutto, prova a imporre le scelte che il governo italiano ha preso unilateralmente sulla libertà di circolazione. E che si sono attirate le critiche di Bruxelles. «C'è Omicron che ha capacità di contagio nettamente superiore alle altre varianti, da noi i contagi con Omicron sono meno dello 0,2%, in altri Paesi la variante è molto diffusa, ad esempio in Danimarca, in Regno Unito diffusissima», premette il presidente del Consiglio parlando in aula alla Camera. Per cui, prosegue, «si è pensato di attuare la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito, non credo ci sia molto da riflettere su questo».

 

Insomma: capitolo chiuso. L'Italia non torna indietro sulle decisioni prese. Perché se è vero che da noi non c'è (ancora) l'allarme presente altrove in Europa, il rischio è che ci si possa arrivare nelle prossime settimane. Una mossa che da alcuni osservatori viene interpretata anche come una captatio benevolentiae nei confronti del centro destra in chiave Quirinale: lo scontro con l'Europa sulla protezione delle frontiere dai No vax stranieri può essere un tema che lo pone in sintonia con la coalizione che sulla carta ha i numeri più alti per imporre una propria candidatura sul Colle. «L'inverno e la diffusione della nuova variante - dalle prime indagini, molto più contagiosa - ci impongono la massima at tenzione nella gestione della pandemia».

Il quadro generale è preoccupante, sottolinea Draghi: «I contagi sono in aumento in tutta Europa: nell'ultima settimana, nell'Ue, si sono registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti. In Italia, l'incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita. Il governo ha deciso di rinnovare lo Stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli strumenti necessari per fronteg- 4 giare la situazione. Invito i cittadini a manH tenere la massima cautela». Da Bruxelles, per tutto il giorno è filtrata irritazione per le scelte dell'Italia, sia per la mancata «notifica» (che è arrivata comunque ieri pomeriggio) sia per la durata del provvedimento (la scandenza del 31 gennaio è più in là rispetto ai provvedimenti presi da Portogallo e Irlanda).

 

 

L'altra sfida che Mario lan, cia a Bruxelles è quella sul superamente del mecca nismo dell'unanimità: «Intendiamo adottare : _ la "Bussola strategica" a 's marzo 2022. Questa do vrà servire da stimolo per rafforzare la politica estera europea. Servono innanzitutto meccanismi decisionali efficaci in materia di politica estera, di sicurezza e difesa, a partire dal superamento del principio dell'unanimità, che troppo spesso rallenta l'azione europea». La lezione del Covid deve fare scuola: «Nella prima fase dell'emergenza», ricorda il premier, «molti Stati membri hanno cercato soluzioni individuali a un problema comune. Penso, per esempio, alla corsa all'approvvigionamento di dispositivi di protezione, agli episodi di protezionismo sanitario. Nei mesi successivi, però, abbiamo dimostrato di saper collaborare, ad esempio attraverso la centralizzazione degli acquisti di vaccini». Poi c'è il tema dell'immigrazione.

Che è un altro dossier che continua a dividere Roma da Bruxelles. «Nel Consiglio europeo si parlerà anche di migrazioni» un tema che «l'Italia pone con assoluta determinazione», anche «visti gli elevati arrivi in questi mesi. Continueremo a chiedere una gestione condivisa, solidale, umana e sicura. L'Ue deve dimostrarsi all'altezza dei propri valori, come l'ha esortata a fare Papa Francesco». Secondo Draghi «è essenziale promuovere i corridoi umanitari» e «non è sufficiente sia solo l'Italia ad attuarli: serve un chiaro impegno Ue. Dobbiamo rafforzare i canali legali, sono una risorsa, non una minaccia». E «serve una gestione condivisa, rapida ed efficace dei rimpatri». Gli arrivi sono aumentati, attacca Draghi, e «le già sporadiche redistribuzioni tra Paesi europei dei migranti sbarcati in Italia si sono interrotte. L'Italia continuerà a chiedere una gestione condivisa». Infine il capo del governo chiama Bruxelles ad attivarsi anche sul caro-bollette: «L'Italia è impegnata a trovare una soluzione strutturale al problema dei prezzi dell'energia a livello europeo».

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