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Quirinale, le "anomalie" sull'elezione in Parlamento: lo scenario del costituzionalista Antonio Baldassarre

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L’elezione del prossimo capo dello Stato, in programma tra meno di un mese, presenterebbe almeno due irregolarità. Una di queste sarebbe rappresentata dalle elezioni suppletive per eleggere, il 16 gennaio a Roma, il successore di Roberto Gualtieri, che ha lasciato il suo posto a Montecitorio dopo essere stato eletto sindaco della Capitale. Cosa ci sarebbe di strano? Il Parlamento dovrebbe riunirsi in seduta comune intorno al 20 gennaio, pochi giorni dopo il voto delle suppletive. E qui nasce il problema: stando alla legge, gli sconfitti delle elezioni hanno diritto a contestare il risultato entro due settimane dal voto, ovvero quando i grandi elettori si saranno già riuniti per scegliere il prossimo presidente della Repubblica.

 

 

 

A tal proposito Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale sentito dal Giornale, ha detto: “Si tratta di una possibilità remota perché, per chiedere un eventuale riconteggio, ci devono essere due concorrenti che finiscono quasi alla pari e mi sembra assai difficile che questo possa capitare. Poi, anche per quanto riguarda il voto per il presidente, ci dovrebbe essere un candidato che prevale sull’altro di un solo voto”. Anche se dal punto di vista giuridico sembrerebbe non ci siano problemi, resta il nodo politico. E’ inusuale, infatti, che un deputato appena eletto partecipi a una elezione così importante. “Sarebbe stato meglio indire prima le suppletive perché il Parlamento deve essere il più possibile al completo”, ha spiegato Baldassarre.

 

 

 

L’altra anomalia poi sarebbe rappresentata dal seggio conteso al Senato tra il renziano Vincenzo Carbone e il presidente della Lazio Claudio Lotito. Focalizzandosi sulla questione politica, il costituzionalista ha parlato di “malcostume parlamentare perché, in un modo o nell’altro, questa vicenda andava risolta prima”.

 

 

 

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