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Quirinale, Vittorio Sgarbi: "Berlusconi è triste, l'operazione si è fermata. Cerca una via d'uscita onorevole". Colle, addio?

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La cosiddetta “operazione scoiattolo” per portare Silvio Berlusconi al Quirinale “si è fermata oggettivamente”. "Ierie era abbastanza triste": parole di Vittorio Sgarbi, il “telefonista” del Cav che è stato molto attivo nelle ultime settimane, alla ricerca dei voti necessari per l’elezione dell’ex premier in qualità di presidente della Repubblica. Intervenuto ai microfoni di Un giorno da pecora su Rai Radio1, il critico d’arte ha fatto il punto della situazione.

“Ci devono essere delle inquietudini di natura psicologica - ha dichiarato - non degli elettori, ma nel candidato perché è rimasto a Milano. Credo che questa pausa dipenda dal fatto che starà pensando se c’è una via d’uscita onorevole, con un nome che sia gradito a lui, forse Mattarella”. Dichiarazioni che fanno il paio con l’intervista rilasciata dallo stesso Sgarbi e pubblicata nell’edizione odierna de La Stampa. “Il centrodestra parte da 450 voti, ne servono 505 - ha riassunto il critico d’arte - allo stato attuale dobbiamo contare la defezione di 10 o 20 per malattia, 10 o 20 perché sono no vax e non possono raggiungere Roma, altri 20 franchi tiratori”.

Quindi secondo Sgarbi il Cav partirebbe da 390 voti sicuri: “Ha bisogno di più di cento voti e dove li trova? Non ci sono. Io posso fare una ricerca sul piano della speranza, ma la situazione è complicata. Sono convinto che è sul punto di cedere. Quando capirà che non c’è spazio può garantirsi un’ultima via di uscita”.

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