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Silvio Berlusconi, il "pizzino" a Mario Draghi: le due dati segnate in rosso, crisi di governo possibile

Salvatore Dama
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Le botte prese dai comunisti. Un "classico" di Silvio Berlusconi. Che va indietro con la memoria al Dopoguerra, aggiungendo qualche dettaglio inedito. Era il 1948 e lui aveva 12 anni. Sufficienti, assicura il Cav, per avere già idee politiche chiare. In favore della Dc.

Troppo pochi, invece, per fronteggiare «i militanti comunisti». Che gliele suonarono. È una delle perle che il leader di Forza Italia regala ai costituenti di "Verde è popolare", il nuovo movimento di Gianfranco Rotondi. C'è dell'altro: perché Silvio ribadisce l'importanza del centro come luogo politico. Stoccata agli alleati, soprattutto a Giorgia Meloni, che vorrebbero una coalizione saldamente ancorata a destra. Poi Berlusconi assicura lealtà a Mario Draghi, convinto che il suo governo debba andare avanti fino a fine legislatura. Pure perché alle emergenze sanitaria ed economica se n'è aggiunta un'altra: la guerra. Al riguardo, finalmente, il Cavaliere dice parole nette. Parlando di «una aggressione militare inaccettabile». Quella della Russia di Vladimir Putin, suo amico storico, verso l'Ucraina.

 

«Ho cominciato personalmente a fare politica da ragazzo», ricorda Berlusconi, «affiggendo i manifesti della Dc di De Gasperi nella campagna elettorale del 1948». Fu quella l'occasione, rivela Silvio, in cui «ho subito la prima aggressione da parte di militanti comunisti, che mi diedero una bella scazzottata perché stavo attaccando il manifesto della Dc. E non sarebbe stata l'ultima, come tutti voi sapete bene».

COERENZA E RIGORE
Il capitolo ricordi finisce qui. Nel presente, democristiani e comunisti sono una presenza residuale, ma c'è un centro da rifondare perché, secondo Berlusconi, rappresenta ancora quel segmento di elettorato che, orientandosi, sposta la vittoria da un lato o dall'altro.

«Siete parte di quel centro che è essenziale per vincere le elezioni e per avere un centrodestra di governo credibile in Europa e nel mondo», dice a Rotondi e ai suoi. «Un centro che non può essere neutrale fra la destra e la sinistra, che è alternativo alla sinistra. Un centro che deve essere trainante per vincere». Forza Italia, aggiunge Silvio, sta lavorando per questo e «i risultati stanno premiando la nostra linea di coerenza e di rigore».

Questa passione per il centro, però, crea attriti all'interno della coalizione. Soprattutto con Fratelli d'Italia, partito che sta all'opposizione e che vorrebbe vedere finita l'esperienza di Draghi al governo il prima possibile. Berlusconi la pensa diversamente. E non è un segreto: «Sosteniamo il governo di emergenza nazionale che noi per primi abbiamo voluto e che deve durare fino alla fine della legislatura per completare il buon lavoro fatto finora», anche per fronteggiare «i disastrosi effetti della crisi ucraina sul mercato dell'energia e delle materie prime». Sul tema del conflitto russo-ucraino il leader forzista è esplicito: «Abbiamo un duplice dovere: lavorare per la pace e fare la nostra parte con l'Alleanza atlantica, l'Occidente e l'Europa per porre fine a una aggressione militare inaccettabile».

 

Parole nette. Che finora erano mancate. Anche se, come ricorda il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, Berlusconi «ha votato al Parlamento europeo una risoluzione durissima di condanna, è un atto politico. Per un politico il voto è più importante della tattica». Silvio è «uomo di pace e diplomazia», ha fatto tutto quello che poteva fare, «ha lavorato a livello internazionale perché cessasse la guerra e non ci sono stati tentennamenti», conclude Tajani.

Lo stesso vicepresidente di Forza Italia si è però lasciato andare ieri a un doppio affondo su Draghi. Il primo riguarda la riforma del Csm: «Il premier ha detto che la questione si sarebbe risolta in Parlamento e non con un voto di fiducia. Il governo mantenga la promessa». Il secondo è relativo alla riforma del catasto: «Noi tentiamo di fare in modo che non ci siamo nuove tasse sulla casa. Anche qui attenzione a mettere la fiducia», ha aggiunto Tajani.

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