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Pietro Senaldi, la strategia di Giorgia Meloni: perché non farà sconti al centrodestra

 Giorgia Meloni

Pietro Senaldi
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Lega e Forza Italia si dividono nella reazione alla polemica lanciata dalla Meloni sul centrodestra. Giorgia ha dichiarato di non avere rapporti con Salvini da mesi e di nutrire il dubbio che, mentre lei lavora per l'unità dell'alleanza, gli alleati lavorino per lo più per indebolire la sua leadership. Il capo della Lega risponde parlando di tutt'altro dalla visita di Orbàn prima al Papa e poi a lui, all'impegno del partito per stanziare più fondi che alleggeriscano le bollette degli italiani. Il vicepresidente azzurro, Tajani, casca un po' nella provocazione e lancia la frecciata di rimando, sottolineando che un leader deve occuparsi di portare voti a tutta la coalizione, non solo alla propria forza politica.

Accusa, silenzio, replica al veleno. Sulla ritrovata unità del centrodestra siamo ancora ai nastri di partenza. La sensazione è che la Meloni sia passata all'attacco per accendere i suoi in vista della tre giorni del prossimo fine settimana, quando nella Milano di Berlusconi e Salvini la leader Fdi illustrerà le prime linee giuda del programma di governo con cui si presenterà alle urne nel 2023. Giorgia si presenta all'appuntamento da prima della classe, testa a testa con il Pd dell'amico-nemico Letta, e infatti il parterre sarà di primissimo livello: Tremonti, Nordio, Ricolfi, Terzi di Sant'Agata, a dimostrare che la classe dirigente della destra è già lì, bella, pronta e aperta finanche al mondo liberal.

 

 

ADESIONI IMPORTANTI
Sono adesioni importanti, considerato che l'andazzo generale punta a raccontare di un Fdi isolato, destinato all'opposizione perpetua. Giorgia sta lavorando, anche a livello internazionale, perché non sia così, ma di certo i rapporti tra lei e il premier Draghi sono al massimo grado di distanza mai raggiunto. La Meloni non fa mistero di essersi illusa che Draghi potesse far contare di più l'Italia in Europa ma di aver dovuto constatare che invece l'ex banchiere sarebbe solo l'esecutore delle comande di Bruxelles. Il prossimo fine settimana sarà una festa ma questo non significa che non siano giornate incandescenti per la coalizione. Tra meno di due mesi ci sarà un altro giro di elezioni Amministrative e il centrodestra è allo sbando, rischia una Caporetto come a ottobre, quando fu travolto a Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna.

Stavolta tutto passa per la Sicilia, dove il governatore uscente, Musumeci, espresso dalla destra, vuole ricandidarsi. Regola vuole nella coalizione che ne abbia facoltà, ma Lega e Forza Italia storcono il naso, sostengono che agisca troppo di testa sua e riferisca solo a Fdi. La Meloni ne fa una questione di principio ed è evidente che, se salta il patto a Palermo, poi diventerebbe a rischio anche una candidatura comune perfino in Lombardia, il prossimo anno, quando si voterà lo stesso giorno delle Politiche. Da qui il grande nervosismo della leader, tirata dai suoi in due direzioni opposte. La maggioranza dei parlamentari, che sogna il governo e di conquistare con la candidatura di Lollobrigida la Regione Lazio, la spinge a tenere duro e non reagire alle provocazioni. Sono convinti che, anche se azzurri e leghisti si federassero, la destra sarà il primo partito e potrà dare le carte del governo. Ma c'è una rilevante fetta di consiglieri, i "Rasputin" di Giorgia", che la spingono a non mediare anche a costo di rompere.

 

 

IL PIANO B
È il piano B, quello della traversata nel deserto. Per la leader resta ancora solo una seconda opzione, ma oggi è meno malvissuta rispetto anche solo a un mese fa. Questo cambiale regole del gioco: non si cercheranno intese a ogni costo e il principio a cui stavolta non si potrà derogare è quello del decidere tutto prima del voto: per presentarsi unite le forze del centrodestra dovranno impegnarsi a non rompere il fronte dopo le urne e consentire la creazione di governi con la sinistra. Questa è la proposta, prendere o lasciare. Per il momento però, sul fronte forza-leghista non si lascia nulla ma si prende solo tempo.

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