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Dino Giarrusso? Incarichi, favori e imbucati: così fa scoppiare la Parentopoli del M5s

Giarrusso vs Cancelleri

Fuori dal Movimento l'eurodeputato siculo si scatena: spara a zero sui vecchi amici e accusa lo strano sistema parentale di Cancelleri, uomo di Conte sottosegretario. Non che abbia tutti i torti...

Francesco Specchia
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È il nuovo paradosso dei movimentisti a 5 Stelle: appena si esce dal partito si verifica uno strano fenomeno fisico: la coscienza riprende fiato, cadono i paraocchi e torna quell’irrefrenabile voglia di onestà perduta nei palazzi del potere. Prendete il caso di Dino Giarrusso.

L’eurodeputato dalla barba saracena, il più votato tra i grillini, non ha neppure fatto in tempo a lasciare il Movimento –due settimane stiracchiate- che, approfittando di un ottimo servizio di Report su Raitre, annuncia di voler scoperchiare il verminaio di una nuova Parentopoli pentastellata. L’ex inviato delle Iene riprende i contenuti della trasmissione di Sifrido ranucci, roba che, secondo lo stesso Giarrusso mostra «una parte delle brutture e dei tradimenti che un piccolo gruppo di potere, un cerchio tragico senza scrupoli, ha inferto alle speranze e alla buonafede dei milioni di italiani che hanno creduto nel Movimento, a partire da me». Tanto che «io, nei prossimi giorni, rivelerò alcune degli orrori cui ho assistito, e vi spiegherò perché non sono io ad uscire dal movimento, ma è il movimento a non esistere più, e ad essere diventato un simbolo vuoto». 

]L’orgoglioso colpo di lombi di Dino viene anticipato dal Foglio. Che ne lascia presagire il ferocissimo attacco prossimo venturo al sottosegretario grillino ai trasporti e alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, suo nemico acerrimo nelle scorse e nelle prossime elezioni sicule. Giarrussso si riferisce, secondo la testata di Cerasa, a «presunte condotte inopportune che avrebbero portato il cognato di Giancarlo Cancelleri a essere assunto dal Mef, dov'è di stanza Laura Castelli. Un’assunzione su cui ci sarebbe stato lo stop della Corte dei Conti. Ma non è tutto. Perché Giarrusso punta il dito contro tutta la famiglia dell’ex candidato M5s alla Regione Sicilia». E qui parla l’eurodeputato transfuga: «Non solo dal 2012 Giancarlo Cancelleri riceve uno stipendio pubblico ed è mantenuto da noi, non solo ha lasciato il ruolo all’Ars per il quale era stato votato, bruciando una regola del Movimento, non solo noi dal 2013 manteniamo con i nostri soldi sua sorella Azzurra Cancelleri quale deputata grazie a qualche voto su Rousseau, non solo tutto questo. La parentopoli della famiglia Cancelleri è andata molto oltre».

Giarruso denuncia, e lega la vicenda, stigmatizzata dalla Corte dei conti, proprio al curriculum politico del maggiorente grillino in Sicilia fedelissimo di Conte. 

Dopodichè, Dino si rivolge ai suoi ex compagni di partito, esortandoli a dare una risposta alle sue insinuazioni. «Cos’avremmo detto e fatto, tutti noi? Cosa avrebbe detto il Movimento cinque stelle? Quanto avremmo denunciato una tale schifezzetta? Invece, trattandosi della intoccabile famiglia Cancelleri, tutto è rimasto muto, dimostrando la differenza piuttosto tremenda fra onestà e omertà, poiché su questo scandalo nessuno si è voluto pronunciare, e i probiviri sono rimasti zitti, e Cancelleri era membro del Consiglio di garanzia». Giarrusso, onestamente, non ha tutti i torti.

E, a dire il vero, aveva già tentato di denunciare lo strano cha ha cha del sottosegretario prima della rottura dal Movimento. E, forte delle sue 117 mila preferenze nel 2019 nella circoscrizione Sud e isole, il giornalista siculo sognava un ritorno a casa. Nei mesi scorsi aveva chiesto che il M5S in Sicilia si concedesse al lavacro democratcio delle primarie per il candidato presidente, alle quali avrebbe partecipato lui stesso. Ricevendo, in cambio, degli implacabili “no”. Soprattutto dalla fronda siciliana sostenuta da Cancelleri, appunto.«I panni sporchi si lavano in casa. Se la lavatrice è rotta, prima o poi bisognerà andare a lavarli fuori, sennò tutta la casa diventerà sporca» aveva scritto a marzo, Dino.

E, tanto per disseminare di dubbi un Movimento già moralmente incasinato di suo, fortissimo di un successo personale ai mitici quanto inutili Stati generali del Movimento aveva aggiunto, in un’intervista al Corriere della sera sul responso delle urne: «I risultati veri li so, e sono anche tante altre cose, non tutte lusinghiere». Per la qual cosa qualcuno ha evocato il «Io sono ma non ho le prove» di pasoliniana memoria.. Certo, da quando ha mollato, Dino deve inghiottire una palata di melma al giorno, quando va male. O subire disdiscevoli sospetti quando va bene. 

Per esempio, c’è chi l’ha subito indicato come prossimo arrivo al gruppo della Lega nel parlamento Europeo. E Giarrusso non ha gradito. Resta il fatto della palese, ennesima figura cacina dei grillini duri e puri alla Cancelleri che, alla luce di tutto, si ritroveranno probabilmente risucchiati nel Pd, se va bene. Politicamente azzerati come la loro etica, se va male...

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