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Damiano Tommasi, il candidato nuovo "santificato" dai media: ecco come funziona (a sinistra)

Corrado Ocone
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Il sociologo Luciano Pellicani diceva che in Italia la sinistra svolge il ruolo di fonte battesimale: chi passa con lei viene emendato da ogni "peccato": e quel che era peccato diventa di colpo virtù. Oggi che la sinistra controlla i mezzi di comunicazione, questo potere è molto evidente. Prendiamo il caso di Tommasi, primo a Verona in una tornata elettorale che ha visto quasi ovunque affermarsi il centrodestra.

 

 

La sua è stata una facile vittoria, che molto probabilmente non sarà confermata al ballottaggio con la destra che si ricompatterà. Tanto è bastato per far sì che i media iniziassero un processo di "santificazione" che ha fatto di Tommasi il nuovo idolo della cerchia dei "buoni". «Il campo di calcio dice spesso la verità degli uomini», ha scritto l'Huffington; Repubblica ha esaltato la sua "freschezza da liceale"; Il Fatto si è cimentato in spericolate similitudini fra i suoi gol e quello metaforicamente messo a segno domenica.

 

 

Ma il fatto indecente è che Tommasi viene esaltato per certe sue qualità che la sinistra disprezza nella destra, giudicata per questo retrograda e medievale. Prima di tutto per il suo essere cattolico, e praticante; poi per il suo avere valore la famiglia: poi per il suo essere attaccato alle tradizioni e ad un'idea di calcio pulito e da oratorio. Che poi come calciatore non sia stato una figura di secondo piano, nessuno lo sottolinea. D'altronde, non è la destra quella che usa la popolarità nello sport per acchiappare voti?

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