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Luigi Di Maio, addio M5s: la scissione è ufficiale, chi lo segue nel nuovo gruppo

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Via alla scissione del Movimento 5 Stelle: sono sette i senatori vicini a Luigi Di Maio che abbandonano il gruppo a Palazzo Madama per fondarne uno autonomo. La slavina "dimaiana" è però solo all'inizio: fonti interna al Movimento riferiscono di una trentina di deputati pronti a fare altrettanto alla Camera. Una dichiarazione di guerra a Giuseppe Conte e una dimostrazione di fedeltà totale alla linea del premier Mario Draghi. Non a caso, proprio nei minuti in cui scoppiava la bomba, il minsitro degli Esteri sedeva a fianco del premier mentre questi riferiva in aula in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. Più chiaro di così... 

 


A quanto apprende l'agenzia Agi, i senatori in uscita dai 5 Stelle sarebbero Trentacoste, Presutto, Di Nicola, Campagna, Nocerino, Donno e Vaccaro, con l'obiettivo di formare il nuovo gruppo vicino al ministro Di Maio. Con loro, uscirebbe dal M5s anche il senatore Fenu che, tuttavia, non farebbe parte dei 'dimaiani'. 

 

 

 

Le prime voci parlavano inoltre di una ventina di deputati in procinto di lasciare il Movimento, ma sarebbero molti di più. Anche la rappresentanza nel governo sarebbe toccata, sempre che l'esecutivo resti in carica all'esito del dibattito parlamentare di oggi sulle comunicazioni di Mario Draghi: oltre al ministro degli Esteri, tre sottosegretari e una viceministra. Secondo fonti parlamentari di area, Di Maio è pronto a mettere fine allo scontro interno con l'ex premier Conte e ad annunciare l'uscita in una conferenza stampa che si dovrebbe tenere dopo la fine della seduta dell'aula del Senato dedicata alle comunicazioni di Draghi. "Si apre una fase transitoria, i numeri per il gruppo ci sono alla grande ma nessuno sa nulla di nome e simbolo", spiega un parlamentare vicino al ministro, precisando che non c'è ancora un nome e un simbolo per il nuovo gruppo a Montecitorio, "o almeno per ora nessuno ne sa nulla"; per palazzo Madama le cose sono più complicate, perché servirebbe un simbolo già presente sulla scheda elettorale. E perché per ora i senatori dati per probabili nelle liste che circolano fra i loro collegi sono inferiori al numero di dieci. "Tutta gente che non versa la quota di restituzione al Movimento da almeno due anni", ironizza una fonte di area contiana. 
 

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