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Governo, il segreto inconfessabile sulla crisi: i "10 giorni" che decidono il destino dell'Italia

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Se il governo Draghi dovesse cadere, probabilmente si andrebbe a votare. Anche perché la pensione da parlamentari sarebbe salva per tutti: chissà se i grillini hanno considerato anche questo nei loro calcoli che li ha portati a uscire dall’Aula al momento di votare la fiducia al Senato sul decreto Aiuti. Secondo la riforma del sistema pensionistico delle Camere, per ottenere l’assegno bisogna restare in carica per almeno 4 anni, 6 mesi e 1 giorno.

 

 

Ciò significa che i parlamentari hanno bisogno di arrivare almeno al 24 settembre: se Mario Draghi dovesse cadere oggi, il nuovo Parlamento non potrebbe insediarsi prima di 80 giorni, ovvero prima del 4 ottobre. “Un gap di 10 giorni - si legge sul Messaggero - che permette a tutti i parlamentari neoletti di veder salva la propria pensione. Un rischio scampato soprattutto in vista della prossima legislatura che in virtù della nuova legge costituzionale prevede la riduzione del numero dei parlamentari (da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori, ndr)”.

 

 

Facendo due calcoli, i parlamentari attualmente al primo mandato sono circa due terzi del totale: per l’esattezza sono 690 su 1007, quindi hanno tutto l’interesse a mettere in salvo la propria pensione dorata. Fermo restando che questa crisi innescata da Giuseppe Conte potrebbe rientrare presto, magari con un voto di fiducia al quale parteciperebbe anche il M5s, ripristinando lo status quo.

 

 

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