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Consiglio M5s, "alta tensione": Conte in minoranza? Chi vuole restare con Draghi

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Sono rimasti tre giorni per trovare una soluzione alla crisi di governo aperta dal mancato voto di fiducia da parte del Movimento 5 Stelle al Senato, sul decreto Aiuti. Quello di oggi, sabato 16 luglio, è stato un altro pomeriggio caldo nell’orbita grillina, e non solo per le temperature proibitive. Stando alle indiscrezioni del Corriere della Sera, la riunione del Consiglio nazionale del Movimento è durato circa cinque ore e non sono mancati momenti di tensione.

Quel che rimane dei 5 Stelle è infatti a sua volta spaccato tra chi spinge per uscire dall’esecutivo (gli stessi che hanno voluto l’Aventino al Senato) e chi invece vuole rimanere al governo, palesando l’intenzione di votare la fiducia se Mario Draghi dovesse convincersi a sottoporsi a una verifica in Parlamento. Nonostante Luigi Di Maio abbia portato con sé gran parte dei “governisti”, all’interno del M5s c’è ancora una componente importante che vuole rimanere nell’esecutivo. Ovviamente per votare la fiducia e salvare la faccia i grillini esigerebbero una risposta chiara sulle istanze che hanno sollevato nel documento di nove punti presentato da Giuseppe Conte al premier.

“Intanto la mossa di Conte di convocare un’assemblea congiunta dei parlamentari nel tardo pomeriggio - si legge sul Corriere della Sera - ha, di fatto, neutralizzato la riunione dei deputati, di conseguenza annullata, che era stata convocata da Davide Crippa. Alla Camera il gruppo dei Cinque Stelle è ben più diviso di quanto lo sia quello di Palazzo Madama, dove i senatori sono quasi tutti allineati sull'idea di mettere fine all'esperienza di questo governo”.

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