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Sallusti, decide Biden? No, perché è tutto nelle mani di Berlusconi e Salvini

Alessandro Sallusti
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Ovvio che se Mario Draghi, come ancora ieri risultava, stesse fermo sulla sua indisponibilità a continuare in qualche modo l’esperienza di premier i giochi sono chiusi e nessuno può farci nulla. Ma se viceversa ponesse qualche condizione per andare avanti ecco allora che a decidere se sì o no saranno Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, nessun altro. Una responsabilità enorme ma inevitabile per come stanno messe le cose. Vediamole, queste “cose”.

I Cinque Stelle sono totalmente fuori gioco, possono strepitare quanto vogliono ma si sono condannati loro stessi, con sentenza definitiva già passata in giudicato, alla assoluta irrilevanza per manifesta irresponsabilità e non affidabilità, con le loro assemblee permanenti si sono ridotti a fenomeno da circo. Poi c’è il Pd che ha già detto come la pensa: si faccia qualsiasi cosa pur di non andare a votare, sarebbero disposti anche a ritirare per sempre i loro progetti su ius soli e droghe leggere perché non c’è diritto umano che valga quanto perdere le elezioni. Ma siccome per fare un governo, qualsiasi governo, il Pd da solo ovviamente non basta, ecco che il Centrodestra di governo, Lega e Forza Italia, diventa decisivo.

 

 

Senza il benestare di Salvini e Berlusconi non c’è modo di continuare l’avventura. Non Mattarella quindi, non il presidente americano Biden, non la commissaria europea Ursula Von der Leyen, non le cancellerie di mezzo mondo e i loro “poteri forti”, non insomma tutti coloro che in queste ore stanno facendo pressioni su Draghi per restare avranno l’ultima parola sull’esito della crisi. Almeno non senza prima convincere i due leader del Centrodestra.

Questa non è una partita tra buoni e cattivi, né siamo allo stadio e quindi lasciamo stare le opposte tifoserie e il loro sbraitare più o meno a vanvera sui social. Questa è alta politica, servono nervi saldi, visione del futuro e il coraggio che deve avere un leader. In molti tremano all’idea di rimanere orfani di Draghi, li capiamo.Ma se anche i vertici del Centrodestra hanno l’idea che “Draghi o morte”, beh allora chiudiamoli questi partiti inutili e i loro capi si ritirino a vita privata. Sarebbe l’ammissione di non essere all’altezza del compito di dirigere un paese. Ma se non lo sono oggi perché mai dovrebbero esserlo domani? 

 

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