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Giorgia Meloni, Rotondi rivela: "Come conquista i poteri forti"

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A Gianfranco Rotondi certe coincidenze non passano inosservate. Proprio durante il suo compleanno, Giorgia Meloni è stata pizzicata a parlare con Fabio Panetta, board della Bce. Quanto è bastato a far credere ai giornali che la leader di Fratelli d'Italia intessa il confronto con esponenti degli ambienti in cui "si decide". Una ricostruzione che Rotondi però smentisce: "Giorgia non ha bisogno certo del mio salotto per frequentare ambienti nei quali è più accreditata di quanto si possa pensare".

 

 

Per il deputato ed ex ministro Giorgia indossa la toga della politica, "e quando lo si fa con autorevolezza si ottiene rispetto da parte degli altri". Anche dai vertici europei. Non a caso, al Tempo che gli chiede di eventuali ripercussioni nel caso in cui la Meloni sedesse a Palazzo Chigi, risponde schietto: "Si trascura che Giorgia Meloni è la presidente dei conservatori europei, una forza che fa parte del sistema di governo dell'Europa, quanto il Partito Popolare Europeo. Quindi se si pensa ad un'Europa diffidente direi proprio di no, perché chi costruisce gli equilibri politici comunitari si rapporta quotidianamente con la Meloni e quindi non è certamente spaventato dal fatto che possa guidare un governo".

 

 

Leader di Verde è Popolare, il deputato non sembra nascondere una certa stima nei confronti della numero uno di FdI. Da qui il consiglio spassionato a Silvio Berlusconi: "Credo dovrebbe riconoscersi felice del fatto che un suo ministro è al 25 per cento. Non deve mettere i voti di Forza Italia nel frigorifero, si deve gettare nella mischia dicendo: 'forza ragazza, sei una di noi, sei stata brava e ti daremo il sostegno per portarti al governo con il consenso che in Europa hanno avuto Merkel, Aznar e tutti i leader che hanno lasciato un segno'". E il primo passo da parte di Forza Italia è stato fatto. Lo scorso vertice il centrodestra ha confermato: chi prende un voto in più, sceglie il prossimo premier.

 

 

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