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Letta-Calenda, "ci eravamo stretti la mano. Poi...": quando la resa dei conti

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Enrico Letta e Carlo Calenda si vedranno nella mattinata di domani, martedì 2 agosto. Da entrambe le parti c’è tutta l’intenzione di raggiungere un accordo, ma il leader di Azione non vuole essere “sottomesso” e ha dettato condizioni chiare: “No Bonelli e Fratoianni, che sono contro Draghi. No Di Maio negli uninominali. Già accettarli in coalizione per noi è problematico, ma ti siamo venuti incontro”.

“D’altro canto - ha aggiunto Calenda - ci impegniamo a non candidare negli uninominali personalità divisive per il centrosinistra. Sui temi: agenda Draghi, non tasse e bonus. Risposte nette su rigassificatori e modifica reddito di cittadinanza. Queste cose le hai sul tavolo da giorni. Legittimo dire ‘non riesco’, ma chiudiamo questa partita”. Il clima non è dei migliori alla vigilia dell’incontro, ma soprattutto il Pd conosce l’importanza della posta in gioco. “Patti chiari e amicizia lunga - ha dichiarato Letta all’incontro con i sindaci dem - e che valga la stretta di mano. Io e Calenda tre giorni fa ci siamo visti, eravamo d’accordo su un percorso e ci siamo stretti la mano, ma se tutto salta due giorni dopo, vuol dire che stringersi la mano non serve a niente”.

Sullo sfondo restano Giuseppe Conte e il suo Movimento 5 Stelle: “Il dialogo tra Letta e Calenda non mi appassiona. Noi in questo siamo chiari e sereni, ci presentiamo chiedendo agli elettori un mandato chiaro, come la forza che ha più mantenuto gli impegni presi, le riforme sono lì e parlano per noi”.

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