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Matteo Renzi con Silvio Berlusconi? "Fesserie". Eppure... il retroscena

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B. B.
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Al Cav che prova a sedurlo con offerte di grande centro da vivere insieme, come era nei progetti originari del Partito della Nazione, Matteo Renzi risponde lapidario: «Fesserie». La linea del senatore di Rignano è quella di un olimpico isolamento, una traversata nel deserto in solitaria, lontano dalle destre e dal mucchio selvaggio del centrosinistra, lontanissimo dai Cinquestelle che, forse come lui, rischiano di ballare da soli sotto al cielo del 25 settembre.

Se Luigi Di Maio, pur chiedendo «rispetto», sembra avvicinarsi al Partito democratico per accettare, alla fine, quel "diritto di tribuna" che garantisce ai leader dei piccoli partiti di essere ospitati nel listone dei progressisti, Renzi non ci sta. Non si piega. Promettendo «sorprese» alle elezioni politiche. «Siamo noi il vero terzo polo», continua a dire, sebbene l'impresa sia tutta in salita. La Toscana è casa sua e il risultato in quella terra appare scontato, ma altrove?

 

Ai primi di settembre Italia Viva organizza la Leopolda, kermesse che in passato ha festeggiato i fasti renziani e lanciato nell'arena i fedelissimi dell'ex premier, stavolta ci saranno i candidati alle Politiche, tra volti noti (Maria Elena Boschi, Elena Bonetti, Ettore Rosato, Davide Faraone, per citare alcuni parlamentari) e le novità pescate dalla società civile o dalle amministrazioni locali.

L'obiettivo di Renzi è incassare un milione di voti, arrivare a quel 3% che in questo momento, a scorrere i sondaggi, non sembra così a portata di mano. «Ci giochiamo tutto», insiste Renzi, a caccia di recordmen di preferenze alle Amministrative. In Toscana l'ex premier metterà in lista i big locali, come la vice governatrice Stefania Saccardi, l'eurodeputato Nicola Danti, Stefano Scaramelli, l'ex sindaco di Livorno Alessandro Cosimi e lì spera di andare a doppia cifra, il 10%. Poi ci sarà l'impegno a tappeto dello stesso leader, autore del libro Il Mostro sulla sua vicenda giudiziaria.

 

Renzi è pronto a candidarsi in tutte le grandi città: Roma, Milano, Napoli, Torino oltre che naturalmente Firenze. Basterà? Chi lo conosce sa che «Matteo ha in serbo la mossa del cavallo», una trovata dell'ultimo momento (come quelle che piacciono a Berlusconi) per spingere gli indecisi a votare per il suo partito. Con Calenda, che ha deciso di stare con Letta, i rapporti sono ormai congelati. Anzi, siamo al battibecco via social: «Non capisco gli attacchi di Italia Viva», ha detto ieri il leader di Azione. «Continuano a proporci alleanze, accordi, seggi: non concepiscono che si possa fare una battaglia seria, di libertà e di coraggio. Faremo loro vedere quanto è bello rischiare per un ideale, sognare un progetto comune, sfidare chi vive di paura», ha replicato Renzi. Mentre Letta sostiene che non ci sia un suo veto sui renziani, «se volesse sono pronto a incontrarlo», ha detto in tv il segretario dem. Più probabile, forse, che il fiorentino vada a parlare con il Cav, nonostante le smentite di rito. «Un incontro con Berlusconi? Fesserie», ha tagliato corto Renzi.

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