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Andrea Crisanti: "Non ci penso proprio", cosa diceva qualche mese fa

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Andrea Crisanti ora è ufficialmente un candidato del Pd. Il tele-virologo che più di ogni altro è andato sul piccolo schermo in questi ultimi due anni, ha accettato di entrare nelle liste dem. E il suo nome entra in un vicolo pieno di spifferi velenosi che stanno facendo sbattere le porte del Pd rimaste aperte per tutta la notte. Quella appena trascorsa è infatti la notte dei lunghi coltelli dem: accuse, smentite e attacchi. Letta ha incassato schiaffoni da tutte le parti: dalla Cirinnà, da Lotti ma anche da Ceccanti. E proprio Lotti nel suo lungo sfogo per la mancata candidatura fa una riflessione pungente: "Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio". Il nome di Crisanti comunque ormai è lì e lui a quanto pare non ha alcuna intenzione di rifiutare la candidatura. Eppure qualche tempo fa si diceva lontanissimo dalla politica.

 

 

 

Solo a giugno ai microfoni di Radio Uno diceva: "Io candidato? Non ci penso proprio. E’ troppo presto per parlarne". A settembre 2021 aveva detto a PadovaOggi: "Io lavoro all'Università, ma non si può essere ipocriti. Non bisogna ipotecare il futuro. La domanda che mi faccio sempre è se posso essere utile". A febbraio scorso invece, come riportava l'Adnkronos, Crisanti spiegava il motivo per cui avrebbe potuto cedere alla tentazione della candidatura: "Se accetterei mai la proposta di entrare in politica? Non lo so, non ci ho pensato ancora. Non escludo al 100% la possibilità di un impegno in questo senso. Ma la accarezzerei solo se mi convincessi che posso far meglio di quello che è stato fatto finora. Solo se fosse una via per fare qualcosa per il Paese". Insomma, per deduzione, ora ha la convinzione di poter far meglio quanto fatto finora da altri. Un motivo umile, verrebbe da dire con una battuta. Ma Crisanti prima di calare la maschera dem, era stato anche un quirinalista di spicco. Nei giorni dell'elezione per il Colle pontificava sulla scelte da fare: "Vorrei un politico, non un tecnico. La Presidenza della Repubblica è una carica politica, la carica politica per eccellenza, è eletto dal Parlamento", aveva detto all'Adnkronos.

 

 

 

 

 

E ancora: "Se voglio un presidente super partes? Prima di tutto penso che non esista un 'super partes'. E in ogni caso sarebbe una persona che non ha passione politica, che non si impegna e non mi interessa a priori. Preferisco dichiaratamente una persona che ha un'idea politica e che magari riesce a superarla per rappresentare in qualche modo tutti quanti. Preferisco una persona così. Lo dico: vorrei un politico, appunto". Poi la confessione sul "Picconatore": "Direi che a me è piaciuto molto Cossiga - ammette dopo averci pensato un attimo - Una persona con un carattere forte, che riesce a elevarsi al di sopra del partito politico a cui appartiene". 

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