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Pd, Alessia Morani ora vuota il sacco: "Io fuori, vi dico cosa è successo davvero"

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Ha rifiutato la candidatura nel collegio uninominale di Pesaro per la Camera Alessia Morani. La deputata del Pd uscente, in polemica con il segretario del suo partito Enrico Letta, spiega in due interviste a Il Giorno e a Il Messaggero, le ragioni di questa scelta. "La rinuncia dipende dal confronto fatto con le persone con cui lavoro da anni nel territorio: ovviamente daremo una mano, ma questa non è la nostra partita", "non condivido lo spostamento dell'asse del partito verso sinistra. È stato accolto nelle nostre liste in posizione eleggibile chi ha lasciato il Pd, parlo di Articolo 1, oltre all'alleanza con la sinistra radicale di Fratoianni e Bonelli. Non ho visto la stessa volontà di tenere unita la nostra comunità politica che avemmo noi all'epoca della scissione di Renzi, quando garantimmo la sopravvivenza del Pd tenendo i parlamentari nei nostri gruppi di Camera e Senato", attacca la ex sottosegretaria allo Sviluppo economico nel governo Conte-bis.

 

 

La Morani non esclude che ci sia stata una resa dei conti nei confronti degli ex renziani di Base riformista: "Spero che le scelte non siano state dettate dai rancori, ma c'è stato un trattamento diverso nei confronti dei riformisti rispetto a chi lasciò il partito". Certo, prosegue la deputata dem, "fare le liste è sempre difficile così come accontentare tutti. Il segretario ha fatto una scelta politica legittima: privilegiare le candidature della sinistra.
Chi pagherà il prezzo, va da sé, è la parte riformista del partito".

 

 

Di certo, conclude Alessia Morani, "il mio nome era stato scelto all'unanimità dal mio territorio. La mia area politica mi aveva indicato come priorità e sul mio lavoro parlamentare la nostra capogruppo ha espresso un giudizio positivo. Evidentemente i territori non sono stati un fattore determinante nell'equazione".

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