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Matteo Salvini, con la campagna elettorale è tornato il Capitano

Francesco Storace
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Come al solito, la campagna elettorale trasforma Matteo Salvini. Esce dal palazzo, abbraccia il suo popolo, fa sognare quel 25 settembre come la data della riscossa di un popolo. Ieri, alla Versiliana, un mare di gente lo ha ascoltato declamare - davanti alle domande del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano la nuova Italia, nella quale la riforma fiscale e la sicurezza da garantire agli italiani saranno prioritarie.

 

 

 

 

Con una frase che punta a rappresentare da destra l'alternativa alla sinistra triste di questa Italia: «Ricchezza, successo e merito non sono parolacce»: cose che non sentivamo da tempo.
In testa, soprattutto la battaglia per un fisco equo, altro che la tassazione patrimoniale di Enrico Letta. Pace fiscale e flat tax i sono cavalli di battaglia della Lega: l'abbassamento delle tasse deve rappresentare la priorità per i primi cento giorni di governo assieme alla cancellazione definitiva di quel che rischia di tornare a galla con la legge Fornero. Una società più giusta rispetta chi lavora da una vita.

 

 

 


Poi, i temi di giornata. Un leader che non alza mai la voce, ma usa contenuti fortissimi e si permette di evitare la polemica diretta con quel professor Crisanti che all'esordio come candidato del Pd è stato assai greve col capo della Lega: ma Salvini si è mostrato assai più rispettoso di lui sui troppi morti per Covid. E si è permesso solo di far notare che da sinistra arrivano esclusivamente "insulti e minacce". L'altra grande questione su cui vuole fare chiarezza è la sicurezza dei cittadini: il controllo delle frontiere come altra grande priorità per l'Italia che si risveglierà dall'incubo rosso il 25 settembre. E, ancora una volta, a Letta manda a dire di togliersi dalla testa la riproposizione dello Ius Scholae: «Penso che meritare la cittadinanza italiana al 18mo anno di età sia la cosa più giusta». Nessuna frecciata polemica nel centrodestra. Salvini vuole che si vinca tutti assieme, si concede una sola licenza quando torna a smarcarsi sui nomi dei ministri: «Continuo ad insistere affinchè se ne indichino alcuni prima del voto». Quel che colpisce, in questi giorni, è anche come sia cambiato l'approccio social. Da quel #Credo come nuovo cavallo di battaglia della Lega, è partito un sentiment nuovo verso il Capitano: sulla rete si moltiplicano gli incoraggiamenti e crollano gli insulti. Non accadeva da tempo. 

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