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Elezioni, "effetto rimbalzo": perché può essere un problema per il centrodestra

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L’effetto rimbalzo aleggia su tutti i candidati alle elezioni del 25 settembre. Colpa della legge elettorale, che definire un casino è dir poco. Il Rosatellum nasconde infatti diversi effetti che possono scatenare strane reazioni a catena: ad esempio un minimo scarto in Piemonte può far saltare un candidato in Calabria o favorirne uno nel Lazio. Lo scrive il Corriere della Sera, che ha provato a spiegare con chiarezza come funziona - o non funziona - la legge elettorale.

 

 

“Il Rosatellum - si legge - prevede che un terzo degli eletti sia scelto in collegi uninominali: qui è facile, chi prende più voti è eletto. Il resto su base proporzionale: alla Camera 252 deputati su 400 sono scelti con questo metodo. Concentriamoci qui: è solo nella parte proporzionale e soprattutto alla Camera che agisce il flipper”. Questo perché il dato nazionale può non coincidere a quelli locali, quindi se a livello locale il risultato non coincide con il numero di seggi che spetterebbero a un determinato partito su base nazionale si toglie un seggio e lo si dà a chi ne ha uno in meno rispetto al dato nazionale.

 

 

“Guardiamo alle elezioni del 2018 - è l’analisi di Emanuele Bracco, professore di Economia politica - utilizzando i nuovi collegi e proviamo a capire cosa succederebbe se gli elettori milanesi della Lega iniziassero a virare verso FdI. Sarebbe ragionevole aspettarsi che FdI veda aumentare i propri eletti a Milano a discapito della Lega. Se 15.000 leghisti milanesi cambiassero idea e votassero Fratelli d'Italia, FdI otterrebbe un seggio in più a Cagliari togliendolo a FI (i cui voti sono rimasti invariati). FI guadagnerebbe però un seggio in Basilicata, togliendolo alla Lega”.

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