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Giorgia Meloni, la solenne promessa sul green pass

Antonio Rapisarda
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Crescita economica, tutela della natalità e dei più deboli, libertà e sicurezza. Le prime quattro tappe del «piano di volo» - il programma "specifico" con cui FdI si candida alle Politiche - sono queste. «A cui aggiungiamo, come cornice, la stabilità: quel rapporto equilibrato fra Stato e cittadino che manca da troppo tempo». A parlare è Giovanbattista Fazzolari, senatore di FdI ma soprattutto è l'uomo con cui Giorgia Meloni ragiona da anni sull'itinerario di quel governo "dei patrioti" mai così vicino dal divenire realtà.

 

L'immagine con cui sono stati presentati i 25 punti dei conservatori è quella di una comunità nazionale che si risolleva. La condizione degli ultimi anni, infatti, è stata quella di un'Italia fanalino di coda nell'Ue: a partire dai livelli degli investimenti. «Il compito del prossimo governo sarà invertire rapidamente il declino. La nostra è una visione di insieme: che esorta tutti gli italiani ad alzare lo sguardo».Per permettere ciò prima di tutto è necessario fornire ai cittadini un'infrastruttura stabile. Tutt' altro che un valore meramente "tecnico": «Governi figli di maggioranze improbabili hanno generato un disequilibrio non solo fra la domanda e l'offerta di rappresentanza ma anche una sfiducia da parte di chi vorrebbe investire in Italia». In queste condizioni, continua Fazzolari, è difficile se non impossibile immaginare una fase di prosperità.

Ecco il perché della riforma presidenzialista - la stella polare del riformismo nazionale - a cui si coniugano i corollari di natura amministrativa ed economica: il principio della parità di rapporto fra cittadino e Pa e la fine delle leggi speciali in ambito tributario. Uno Stato efficiente, nelle intenzioni di Meloni & co, è la precondizione per la crescita economica. «Finora la sinistra ha ragionato come se si potesse fare a meno di chi crea ricchezza e posti di lavoro: come se tutto ciò si potesse generare con un editto». La presa dei meloniani è esattamente dalla parte opposta. Quella del manico. Che significa «tornare ad avere un governo che sostiene chi ha il coraggio di fare impresa». Il ventaglio del programma è ampio: si va dal meccanismo «più assumi meno paghi», alla flat tax incrementale allo stop alle tasse retroattive. Fra le misure poi - oltre al taglio del cuneo fiscale - uno dei punti su cui la Meloni insiste particolarmente è la promozione del marchio Italia. Come? Dalla certificazione governativa del marchio doc (per contrastare l'italian sounding) all'introduzione del "Liceo del Made in Italy".

La terza tappa per FdI è in testa al programma: la tutela delle famiglie e delle fasce deboli. «La famiglia continua ad essere la grande assente nelle "risposte"». Via dunque all'incremento del 50% dell'assegno unico universale e all'introduzione del quoziente famigliare. Superato il reddito grillino, il pieno sostegno sarà dedicato «a chi è privo di reddito e a ha difficoltà ad essere occupato». Ossia over 60, invalidi, famiglie con minori a carico. E per gli altri? «Formazione continua, attraverso il Fondo sociale europeo, e reinserimento nel mondo del lavoro».

 

Infine ma non per ultimi: libertà e sicurezza. Due valori che per Fazzolari camminano insieme. «Non ci rassegniamo a chi pensa un Occidente destinato al modello cinese». Questo vale in tutti i contesti: a partire dal contrasto al Covid. «Non ci sarà alcun obbligo vaccinale», è la garanzia, «ma campagne di sensibilizzazione». Stop pure alla reintroduzione del Green pass, come confermato ieri sera da Giorgia Meloni con un tweet. Libertà, infine, significa garantire ai cittadini di vivere in sicurezza: «In Italia», questo è il principio, «si entra solo legalmente». Semaforo verde, dunque, al cosiddetto blocco navale «che non è una misura di guerra, figuriamoci». Significa impedire le partenze «in accordo con le autorità del Nord-Africa». Sicurezza, poi, vuol dire lotta serrata a mafia, criminalità, spaccio «radicalismi e integralismo islamico».

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