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Emanuele Fiano, insulti antisemiti al piddino? Ma il partito tace: la foto della vergogna

 Emanuele Fiano

Enrico Paoli
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Sia chiaro, circa la solidarietà a Emanuele Fiano, deputato del Pd e candidato a Milano, nessuna incertezza. Le minacce apparse nei suoi confronti all'università La Sapienza di Roma («Fiano maiale, nazi sionista») sono un gesto ignobile, «che riportano alla cronaca vergognosi rigurgiti antisemiti nel nostro Paese», affermano all'unisono i parlamentari di Fratelli d'Italia, Marco Osnato e Isabella Rauti. E proprio per questa ragione la condanna deve essere assoluta, senza se e senza, «ma soprattutto deve far riflettere come in alcune frange estreme a destra e a sinistra, dietro l'alibi della questione palestinese, si nasconda un odio verso Israele e la religione ebraica», rimarcano gli esponenti meloniani. E non hanno affatto torto. Anzi, mettendo da parte timori reverenziali e atteggiamenti di maniera, classici in queste circostanze, il ragionamento dei meloniani pone l'accento sul tema vero. Da che parte arrivano le scritte?

 

Quale mente distorta le ha partorite? Possibile che nessuno ammetta la matrice di sinistra di tutto ciò, fra area antagonista e centri sociali c'è solo l'imbarazzo della scelta, considerando il sostegno alla causa palestinese e il disprezzo per Israele? Perché se da sinistra si leva un coro unanime di solidarietà, a partire dal segretario del Pd, Enrico Letta, dalla stessa parte nemmeno una sillaba contro l'area antagonista e radicale. Segno che anche loro sono in campagna elettorale. «Con tutta la voce che abbiamo forza Emanuele, non ti fermeranno, non ci fermeranno», scrive su Twitter il segretario del Pd. Molta liturgia e poca sostanza. «Contro questo insopportabile odio e fanatismo vicini al nostro Emanuele Fiani», ribadiscono i senatori del Pd, attraverso Simona Malpezzi. E qui copione rispettato.
Guai a smarginare.

 

Eppure lo stesso Fiano, al quale va la nostra personale solidarietà, non ha nessun timore ad uscire dal canone.
«C'è un odio inestinguibile che circola. Chi ama i palestinesi odiando gli ebrei e Israele, in qualsiasi partito militi, fa il peggio del peggio possibile», scrive l'esponente dem sul suo profilo Twitter, postando le immagini delle ignobili scritte, «io sono sempre per 2 popoli, 2 Stati. Per me sempre no al razzismo all'antisemitismo e al fanatismo, di qualsiasi tipo e sempre». Che è sempre meglio dei telegrammi d'ordinanza. Non a caso fra commenti al post del deputato milanese del Pd, candidato in un collegio tutt' altro che sicuro, c'è uno che rende perfettamente l'idea di come una certa sinistra sia la miglior nemica della sinistra stessa. «Se inviate armi ai nazi ucraini, dovete spedirle anche ai Palestinesi che sono invasi da oltre 70 anni dai sionisti israeliani. Il principio è semplice». Come le scritte ignobili sui muri dell'ateneo capitolino. «Lo capisce da solo che sono scritte direttamente da centri sociali del Pd», chiosa un altro utente del social network.

 

 

Perché alla Sapienza di Roma, università fortemente politicizzata, i movimenti di sinistra (i collettivi come si diceva una volta) hanno il controllo del territorio, quindi anche dei muri. Difficile che certe scritte appaiano da sole. Difficile, quindi, per il Pd marcare la distanza fra loro e i ribelli. In campagna elettorale, con i sondaggi drammaticamente in calo per il centrosinistra, alienarsi certe aree rischia di compromettere definitivamente il risultato del 25 settembre. E pazienza se di mezzo ci vanno Israele e i palestinesi. «Solidarietà a Fiano per le minacce e gli insulti antisemiti ricevuti. Solidarietà e preoccupazione per un odio antisemita che a Milano si tocca con mano ogni 25 aprile, con gli insulti dei centri sociali e della sinistra antagonista alle bandiere delle Brigata Ebraica», ricorda Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e coordinatore regionale. A Roma hanno voluto fare il bis... 

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