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Enrico Letta spinge gli ispettori del Fisco: ecco perché vuole punire gli italiani

 Enrico Letta

Sandro Iacometti
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La stretta sul fisco si abbatte su famiglie e imprese che tra bollette e inflazione non riescono più ad arrivare alla fine del mese? Non è un problema per Enrico Letta, che anzi sta segretamente facendo il tifo per gli agenti del fisco. Già, perché dal successo dell'operazione di spremitura dei contribuenti da parte dell'Agenzia delle entrate dipende una delle misure bandiera del programma del Pd.

 

Facciamo un passo indietro. Tra gli obiettivi del Pnrr c'è anche quello di ridurre la distanza tra quanto dovrebbe entrare belle casse dello Stato e quanto realmente i contribuenti versano come imposte. Il traguardo è già quantificato: nel 2023 il tax gap dovrà essere ridotto del 5% rispetto al 2019. A conti fatti si tratta di poco più di 4 miliardi di euro. L'asticella si alza nel 2024, quando il Pnrr prevede una riduzione a regime del 15%. In questo caso i miliardi racimolati diventerebbero 12. Cosa c'entra con le promesse del Pd? È presto detto. Tra le varie proposte lanciate da Letta per tentare di solleticare l'elettorato in vista del voto c'è anche quella di regalare una busta paga in più a tutti. «Vogliamo», si legge nel programma ufficiale dem, «aumentare gli stipendi netti fino a una mensilità in più, con l'introduzione progressiva di una franchigia da 1.000 euro sui contributi Inps a carico di lavoratori dipendenti e assimilati». La proposta è recentemente stata sgretolata dal fuoco amico dell'economista Tito Boeri che, al pari di quella sulla dote di 10mila euro per i diciottenni, l'ha definita inutile e difficilmente realizzabile. Resta il fatto che è una delle poche promesse elettorali del Pd per cui viene anche indicata la copertura? Nel programma si legge infatti che la misura sarà finanziata «destinando a tale scopo il recupero di evasione fiscale fissato come obiettivo dal Pnrr entro il 2024».

 

Ora, lasciamo stare il fatto che secondo Boeri per mettere in atto lo stipendio aggiuntivo gratis sarebbero necessari almeno 16 miliardi e che per altri economisti il costo potrebbe arrivare addirittura a 25. La sostanza è che quei 12 miliardi sfilati ai contribuenti, se Letta dovesse andare al governo, diventano necessari per mettere in atto uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale dem. Intendiamoci, ridurre l'evasione fiscale è sicuramente un obiettivo giusto e condivisibile (anche se i proventi dovrebbero servire a ridurre la pressione fiscale non a mettere soldi in tasca ai lavoratori dipendenti), ma scatenare adesso la furia del fisco lo è un po' di meno. Certo, se non si parte di gran carriera l'obiettivo del Pnrr non verrà centrato. Però togliere soldi agli italiani ora, proprio mentre il governo sta cercando di recuperare i fondi per offrire sostegno e ristoro a chi è in difficoltà non ha molto senso. Eppure, guai a parlare di pace fiscale. Tutte porcherie che fanno comodo agli evasori, ringhiano dal Pd. Il che può anche essere. Però spolpare i cittadini alle prese con prezzi schizzati del 10% e bollette in rialzo del 500% per poi ridare loro tra un paio di anni uno stipendio in più, quando magari non ne hanno neanche più così bisogno, sembra una diabolica beffa.

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