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Antonio Tajani, il retroscena su Putin: "Se avessero chiamato Berlusconi..."

Alessandro Gonzato
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«Se l'Onu, prima che infuriasse la guerra, avesse chiamato Silvio Berlusconi e Angela Merkel a fare da mediatori con Putin probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Erano le persone più indicate non solo per esperienza e autorevolezza, ma anche perché lo conoscono bene. Io avevo proposto loro due fin da subito: dovevano essere gli inviati delle Nazioni Unite».

Berlusconi potrebbe farlo ancora?
«Credo che la situazione ormai sia compromessa, e il conflitto purtroppo durerà ancora mesi. Putin ha cominciato ad allontanarsi dall'occidente qualche tempo dopo lo storico incontro con Bush e Berlusconi a Pratica di Mare. Eppure, nel 2002, sembrava che l'adesione della Russia alla Nato fosse cosa fatta. Invece Mosca si è distanziata anno dopo anno, e attenzione, perché la Russia diventerà lo strumento della Cina, altro grande pericolo».


L'agenda non dà tregua. Prima Antonio Tajani incontra una delegazione del Congresso americano per discutere della guerra in Ucraina, del prezzo dell'energia, d'inflazione e «pericolo cinese». Poi l'ex presidente del parlamento europeo fa da Cicerone ai ragazzi della "Comunità in Dialogo" che come premio per aver superato il difficile percorso della disintossicazione sono in visita al palazzo dell'istituzione. Di seguito un confronto col presidente del Ppe Manfred Weber. Dopo un rapido punto con la presidente dell'europarlamento Roberta Metsola e l'inaugurazione della nuova sede di Forza Italia a Bruxelles. Intervistiamo il coordinatore degli "azzurri", vicepresidente del Ppe e candidato alla Camera, nell'unico momento di pausa.

Tajani: Putin sta ricattando l'Europa. Stop alle forniture di gas finché non verranno tolte le sanzioni. Ora come si fa?
«Noi siamo l'occidente, difendiamo la democrazia e abbiamo fatto una scelta: non possiamo cambiare posizione, ne va della nostra dignità e serietà».


C'è però chi come Salvini sostiene che le sanzioni, alla Russia, hanno fatto il solletico o poco più...
«Be', se non avessero provocato danni alla loro economia Putin non sarebbe arrivato a usare il gas come arma di ricatto, mi pare evidente».

Qui a Bruxelles ci sono due ipotesi: il tetto al prezzo del gas o la creazione di una centrale unica d'acquisto. Quale la convince di più?
«Sono soluzioni compatibili, non in contrapposizione. Abbiamo fatto così anche coi vaccini. In Italia poi è fondamentale investire subito sul nucleare di ultima generazione».


Qualcuno ha avanzato anche la proposta di spostare il gas W dalla Borsa di Amsterdam al listino asiatico.
«Io piuttosto come Ue vigilerei severamente sulle speculazioni, sul modello della Consob».

Resta la questione di fondo: senza gas russo per imprese e famiglie sarà un inverno devastante.
«Dato che le sanzioni sono una decisione europea comune, è giusto che ci sia anche un sostegno comune a chi è più in difficoltà. Per questo ancora l'8 marzo Forza Italia ha proposto di creare un secondo Recovery, un nuovo Next Generation per affrontare la crisi energetica, quella del grano, oltre alla ricostruzione dell'Ucraina. E aggiungo che sono stato il primo, ancora a dicembre quindi quando la guerra doveva ancora cominciare, a presentare un'interrogazione alla Commissione per avere un rapporto più diretto tra il prezzo pagato dal consumatore e il costo di produzione. Ieri (lunedì per chi legge, ndr) finalmente il Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto il Recovery come soluzione. Allo stesso tempo però secondo me la Bce sbaglia ad aumentare ancora i tassi d'interesse».

Perché?
«Se è vero che con l'inflazione vanno aumentati, come ha fatto la Federal Reserve negli Stati Uniti, qua l'inflazione è esterna, non interna, quindi aumentare il costo del denaro non abbatte i prezzi: al contrario rende più difficile l'accesso al credito per le imprese e così si blocca la crescita, col rischio stagnazione». Letta ha detto che se il centrodestra dovesse aggiudicarsi il 70% dei seggi sarà un incubo per il Paese. «Sarà un incubo sì, ma per lui».

Calenda sostiene che Forza Italia ha paura del sorpasso di Azione.
«Calenda è in difficoltà perché sa che il voto al suo partito è inutile e lui all'opposizione sarà la ruota di scorta di Pd e 5Stelle. Tra l'altro dopo il voto il nemico giurato Renzi lo scaricherà».

Sarà lei il ministro degli Esteri?
«Prima dobbiamo vincere. Poi, al di là di eventuali incarichi di governo, io continuerò a essere a disposizione del Paese come ho sempre fatto con responsabilità ed esperienza internazionale, oltretutto guadagnandomi sempre l'elezione con le preferenze».

Da giornalista cosa l'ha divertita di più finora di questa campagna elettorale?
«Diciamo che la cosa più curiosa sono stati i balletti per la sopravvivenza dei partitini, galli nel pollaio che si beccano per anni e che poi si mettono insieme. Franza o Spagna purché se magna». 

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