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Giorgia Meloni, blitz rosso al comizio? Ma i compagni insultano Letta: "Fa cag***, mer***"

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Contestare i comizi di Giorgia Meloni o quelli di Matteo Salvini è diventato il nuovo sport nazionale di chi predica democrazia col pugno chiuso, ma non dà libertà di parola agli avversari politici. Ma a Trento, dove la Meloni ha subito una contestazione, si è fatto un passo in avanti nella follia di piazza dei kompagni. Infatti come mostrano le immagini di Local Team, alcuni tra i contestatori che volevano impedire alla Meloni di parlare, interrogati sul motivo per cui fossero lì hanno risposto: "Non avevo nulla da fare e sono venuto qui". Insomma come se fosse una sorta di passatempo da bar andare in piazza a zittire gli avversari politici. Ma il bello viene subito dopo. Uno dei contestatori, da cui ci si aspetterebbe un attacco o un insulto (in pieno stile odio della sinistra) contro la Meloni, attacca senza usare mezzi termini Enrico Letta: "Fa cag***, è una me***, ha distrutto la sinistra".

 

 

 

E una contestatrice aggiunge: "Noi non ci riconosciamo in nessun partito, siamo qui perché questi sono fascisti". Insomma il quadro che emerge è piuttosto chiaro: in cima alla classifica dell'odio in realtà c'è Letta visto come colpevole di questa campagna elettorale disastrosa che sta agevolando la vittoria (annunciata) del centrodestra. Inoltre chi va in piazza a contestare la Meloni ha le idee un po' confuse sul concetto di democrazia. Alcuni passanti arrivati in piazza per ascoltare le parole della leader Fdi, hanno chiesto ai contestatori di allontanarsi per lasciar spazio alla Meloni: "Siete autorizzati? Perché non lasciate in pace chi vuole ascoltare?".

 

 

 

La risposta dei contestatori è in pieno stile rosso: "È un nostro diritto stare qui". Di fatto i kompagni scordano che nel grande gioco della democrazia permettere a un avversario politico di esprimere le proprie idee è qualcosa che è sancito anche dalla Costituzione che tanto difendono...
 

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