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Fondi russi, la voce inquietante: "Cosa c'è davvero dietro al dossier Usa"

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Il dossier sui presunti finanziamenti da parte della Russia ad alcuni partiti di diversi Paesi continua ad agitare la campagna elettorale. Ma in questa storia che sta tanto facendo discutere ci sono delle circostanze ancora tutte da chiarire. Gli Usa hanno lanciato il sasso nello stagno e hanno poi ritirato la mano. Non si hanno dettagli sui Paesi coinvolti e le informazioni vengono date col contagocce. Di fatto, come sottolinea un retroscena del Corriere, questo dossier preparato qualche mese fa mentre alla Casa Bianca c'era Biden, potrebbe essere un messaggio cifrato per il prossimo governo che potrebbe insediarsi a palazzo Chigi nei prossimi giorni, dopo il voto del 25 settembre.

 

 

"Gli analisti ritengono che la 'bomba' sganciata due giorni fa possa essere in realtà un avviso, una sorta di warning per chi vincerà le elezioni italiane rispetto all’atteggiamento da tenere nei confronti di Washington", si legge sul quotidiano di via Solferino. Insomma pare che il report si una sorta di pizzino preventivo per cercare di allineare il più possibile il prossimo governo sul fronte atlantico. Ed è anche in questa chiave che va letto il viaggio di Adolfo Urso, presidente del Copasir ed esponente di Fratelli d'Italia, negli Stati Uniti. Washington ha fatto sapere di non temere l'arrivo di FdI al governo e ha sottolineato i rapporti cordiali con il partito della Meloni. Insomma la sensazione è che questo dossier abbia il sapore di un avvertimento chiaro da parte della Casa Bianca: chi arriva deve stare dalla nostra parte.

 

 

 

 

E storicamente l'Italia ha sempre avuto valori ancorati radicalmente nel mondo Atlantico. Ma di certo le voci, le indiscrezioni che si susseguono possono avvelenare e non poco questi ultimi giorni di campagna elettorale. 

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