Cerca
Logo
Cerca
+

Matteo Renzi, Sallusti: il trappolone per non far governare il centrodestra

Alessandro Sallusti
  • a
  • a
  • a

La cosa gira nell'aria, sarà pure fantapolitica ma per capire di che si tratti c'è un solo modo: seguire Matteo Renzi, fare slalom tra le sue parole, osservare le sue smorfie. E avendolo appena incontrato posso dire che sono parole e smorfie che non lasciano tranquilli. Un passo indietro.

Era l'ottobre dello scorso anno, in una casa privata affacciata sul lago di Varese c'è una cena a cui partecipa Matteo Renzi. Pochi e selezionati i commensali, a un certo punto il discorso cade sull'imminente elezione del Capo dello Stato. Interpellato, Renzi dà una risposta secca: io proverò con Pier Ferdinando Casini, se non riesco, cosa probabile, andrà avanti Sergio Mattarella per altri sette anni. Ci fu un mormorio quasi divertito: ma che dice questo, è noto a tutti che Mattarella è indisponibile. E lui, Renzi, guardò tutti con un sorriso beffardo. E così andò.

 

Come allora, Renzi è il politico italiano che la sa più lunga di tutti. Per questo c'è da stare in campana quando, con lo stesso sorriso usato quella sera a Varese, oggi ripete con l'aria di chi la butta lì: ragazzi, calma, non tirate conclusioni affrettate, non è detto che andrà come tutti si immaginano. Per poi precisare: non dico che il centrodestra perderà le elezioni, no quello proprio non può accadere. Dico che potrebbe non esserci poi un governo di centrodestra.

Cosa sa Matteo Renzi che a noi oggi sfugge è inutile chiederselo, sa tante cose e comunque quelle importanti non te le dirà mai. Certo, potrebbe anche bluffare, ma un bluff è tale solo quando devi buttare giù le carte, fino a che le tieni in mano tutto è possibile. Allora provo a ipotizzare il piano Renzi. Il centrodestra vince le elezioni in modo asimmetrico: tanta Meloni, poco Salvini e poco Berlusconi che si ritrovano nella situazione degli animali feriti nella foresta, cioè più instabili e pericolosi di quelli sani. Fanno il pieno anche i Cinque Stelle al Sud a scapito del Pd, Enrico Letta deve abbassare arie e pretese. Lui Renzi, con Calenda, vanno anche solo benino ma a quel punto diventano il baricentro della sinistra.

 

E allora che accade? Ecco, qui io mi fermo, ma non si ferma la fervida fantasia di Renzi che da buon giocatore tiene coperte le ultime mosse. Ricordo però a tutti una cosa: chi ha insediato Mattarella la prima volta al Quirinale e chi è stato decisivo nel riconfermarlo? Se non sbaglio Matteo Renzi. E qui mi taccio e chiudo.

Dai blog