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Pontida, Salvini umilia Letta a tempo record: delirio sul prato

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Folla oceanica a Pontida. È il gran giorno del tradizionale raduno leghista sul pratone. L'ultimo a parlare, va da sé, è Matteo Salvini, il leader del Carroccio che rivolge un caro saluto a Umberto Bossi, il fondatore, che segue il raduno in compagnia della sua famiglia.

Un fiume di persone che emoziona lo stesso Salvini, che poi arringa la folla proponendo il suo piano in sei punti per il futuro dell'Italia. E sgancia anche la promessa bomba elettorale: in caso di vittoria del centrodestra, la Lega si impegnerà per l'abolizione del canone Rai, la più odiata delle gabelle. Dunque l'appello a Mario Draghi e all'Europa affinché si agisca, e subito, contro il caro-bollette. Già, non c'è più tempo da perdere.

 

Ma il primo pensiero, Salvini, lo ha dedicato ad Enrico Letta, il segretario del Pd che poche ore prima aveva definito "Pontida provincia dell'Ungheria", con un chiaro e sbilenco riferimento a Viktor Orban e al "no" della Lega (e di FdI) alla risoluzione Ue che affermava come ormai, Budapest, non sarebbe più una democrazia. 

Appena calcato il palco, Salvini afferma: "Vedere decine e decine di persone mi riempie il cuore e non c'è processo che ci può fermare". Poi, come detto, la stoccata al segretario del Pd: "Mi dicono che ci sia Enrico Letta molto nervoso perché sta vedendo 100mila persone. Gli mandiamo un bacione. Enrico, c'è un panino alla sala nella anche per te", lo ha infilzato uno scatenato Matteo Salvini.

 

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