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Andrea Di Giovanni "a testa in giù": dagli Usa lo sfregio al candidato di centrodestra

Fabio Rubini
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Domani inizia l'ultima settimana pre-voto. Cinque giorni che chiuderanno una delle campagne elettorali più brutte e sporche che ci si ricordi. Forse per la sua brevità o forse per le circostanze del tutto imprevedibili che hanno portato allo scioglimento delle Camere, fatto sta che in queste giornate se ne sono viste di tutti i colori. Dai gazebo elettorali vandalizzati, ai militanti di centrodestra presi a sprangate dagli antagonisti dell'estrema sinistra, fino ad arrivare al più classico degli sgarbi: la manomissione di manifesti e volantini siano essi esposti in forma cartacea o digitale. Quasi tutte queste operazioni proditorie sono state messe a segno contro Lega e Fratelli d'Italia. Insomma quelli che incarnano il pericolo populista e fascista le prendono; quelli che gridano alla pace e alla democrazia in pericolo menano come fabbri.

 

 

 

Una delle ultime denunce in ordine di tempo è quella del sottosegretario alla Transizione ecologica Vannia Gava. La leghista, candidata alle Politiche, si è accorta che nottetempo qualcuno le aveva strappato tutti i manifesti elettorali esposti nelle bacheche comunali. «Strappare un manifesto significa sfregiare la democrazia- ha spiegato l'esponente del Carroccio con un comunicato -, mettere un freno al pluralismo, in parole povere non rispettare l'altro». E ancora: «Andate pure avanti: per ogni manifesto che strappate, ci sarà qualche cittadino in più che ci voterà e realizzerà quanto non siate pronti per assumere responsabilità di governo a livello locale e nazionale. Solidarietà agli altri amici e colleghi della Lega candidati e vittime, come me, di questa stupidità».

 

 

 

Un altro episodio emblematico è avvenuto negli Stati Uniti dove un membro del Com.It.Es di Huston (organi elettivi della comunità italiana all'estero che fa riferimento alla Farnesina) ha postato un video su Instagram nel quale si vede il volantino del candidato di centrodestra Andrea Di Giovanni rivolto a testa in giù. Nel video poi l'esponente del Com.It.Es, parlando di Fratelli d'Italia e «dell'operazione di rebrending della Meloni», spiega che «c'è uno zoccolo duro che è di fascisti, di gente di estrema destra che verrà eletta con Fratelli d'Italia e ci ritroveremo con questa gente in Parlamento». A corredo della storia con il volantino di Di Giovanni ci sono anche commenti tipo «ho pensato ai Soprano» (la serie tv su una famiglia mafiosa italo americana, ndr).

 

 

 

Una circostanza che ha fatto andare su tutte le furie Andrea Di Giovanni: «Dopo la pubblicazione di quel video la mia famiglia ha ricevuto minacce - spiega a Libero - e ai miei figli è stato chiesto se io fossi un mafioso. Ma vi rendete conto a che punto è arrivata la propaganda contro il centrodestra?». Di Giovanni, però, non starà con le mani in mano e ha già pronta una causa, anzi tre: «Una a Roma, una a Miami e una a Huston».

Per completezza va detto che i membri del Com.It.Es possono fare campagna elettorale a titolo privato, mentre è vietato farla usando i mezzi, anche economici, del Comitato. Ma certo postare un volantino con un candidato a testa in giù poco ha a che fare con una campagna elettorale. Un'altra situazione piuttosto frizzante è quella milanese dove solo ieri sono stati vandalizzati i gazebo di Fratelli d'Italia (nella foto sopra) posizionato in piazza Cairoli, uno di Azione in piazza Wagner e uno del Pd in viale Papiniano. Protagonisti due giovani incappucciati che hanno tirato uova piene di vernice al grido di «Mai col Pd». Nei giorni scorsi, sempre in Papiniano, ad essere vandalizzato era stato un presidio di FdI ad opera di quattro anarchici che sono stati fermati dalle forze dell'ordine. Insomma il clima d'odio instaurato dalle battaglie ideologiche del centrosinistra inizia a dare i primi frutti. Anche se (forse) non solo quelli sperati... 

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