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Meloni a Baringrado? Pare che Emiliano non abbia sputato sangue...

Gianluca Veneziani
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Forse per via di San Nicola, santo barese e pure russo, Michele Emiliano aveva scambiato Bari per Stalingrado. Sempre a causa di quella confusione, il governatore pugliese credeva che a Bari-grad la Meloni sarebbe stata ricevuta con barricate, resistenza a oltranza, bandiere rosse e falci e martello. Purtroppo per lui la leader di Fdi è stata accolta da una folla enorme (guai a dire oceanica), plaudente, festante e sventolante bandiere con tricolore e fiamma. Tanto che Giorgia si è sparata un video-selfie, facendo una dedica a Michelone: «Emiliano, guarda Stalingrado!».

 

 

 

Ah, che dolore per il governatore, che pur di non perdere aveva chiesto agli elettori di votare per i 5 Stelle, forse sognando un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale. Del resto, è uomo di alleanze trasversali, il governatore, essendo così ingombrante (politicamente) da non poter essere contenuto in un solo partito: risale a un anno fa il suo sostegno alla candidatura del poi eletto sindaco a Nardò Pippi Mellone, uomo di destra-destra.

 

 

 

Stavolta però Emiliano, scambiando il suo cognome con l'appartenenza alla regione rossa, aveva riscoperto la sua vocazione antifascista e, sentendosi una Dolores Ibárruri al maschile o un Che Guevara alle cozze, aveva annunciato: «La Puglia per l'Italia è una sorta di Stalingrado. Da qui non passeranno. Sputeranno sangue». Si racconta che, dopo il comizio stra-affollato della Meloni a Baringrado, Emiliano non abbia sputato sangue. Ma gli sia andato il sangue alla testa, avendo fatto molto sangue amaro.

 

 

 

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