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Matteo Renzi, schiaffo a Calenda: fuga in aereo dall'altra parte del mondo

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Ma quale doppia cifra? Il Terzo Polo si piazza intorno al 7,5 per cento. Percentuale ben lontana da quella auspicata da Carlo Calenda: "Se saremo molto distanti dal 10 per cento sarà una sconfitta", andava dicendo il leader di Azione. E così è stato. A spoglio in corso, nel quartier generale dell'hotel Mediterraneo a Roma dove si riunivano gli esponenti di Italia Viva e Azione già si respirava una certa delusione. A maggior ragione perché il Terzo Polo si piazza dietro a Forza Italia, quel partito che ha visto la fuoriuscita delle ex ministre Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, passate da Berlusconi a Calenda con il desiderio di "rinnovarsi". 

 

 

E in questa situazione di disillusione generale, molti notano un'assenza: Matteo Renzi non c'è. Il numero uno di Iv ha votato nella sua Firenze per poi partire alla volta del Giappone. L'ex premier parteciperà ai funerali dell'ex primo ministro Shinzo Abe. D'altronde il suo obiettivo lo ha raggiunto: una poltrona per lui in Parlamento è assicurata. Con lui ci saranno una trentina, tra senatori e deputati, da contendere con l'alleato Calenda. 

 

 

A urne chiuse e risultato digerito, il Terzo Polo potrebbe pensare a tre propositi: far cadere il governo, sotterrare il Partito democratico o inglobare Forza Italia. È Repubblica a ricordare alcune mezze ammissioni arrivate dagli stessi big di partito. "Ogni due anni faccio cadere un governo", avvisava Renzi. "Il Pd? Si spaccherà, con i riformisti in rotta dai filo-contiani", ragionavano al comitato Ettore Rosato e Maria Elena Boschi. Mentre Calenda puntava ad "assorbire" gli azzurri. Di certo all’orizzonte il leader di Azione immagina un vero e proprio partito, una sorta di "Patto per la Repubblica". Sempre che il rottamatore per antonomasia non opti per l'ennesimo colpo di scena. 

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