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Elezioni 2022, la strage degli eccellenti: ecco tutti i "trombati" rossi

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Alessia Morani

Francesco Storace
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Una strage di personaggi eccellenti. Ma in realtà non è un crimine. Semplicemente il popolo italiano è andato finalmente a votare e ha detto basta a una serie nutrita di personalità della sinistra. Sicuramente ne dimenticheremo qualcuno, ma i nomi eccellenti che non rientreranno in Parlamento fanno scalpore. A cominciare da Emma Bonino. L'esponente radicale ha fatto praticamente tutto. Alla Camera fece capolino ben 46 anni orsono, nel 1976. Deputata, senatrice, europarlamentare, tre volte ministro, commissaria europea: può succedere che a volte finisca. Soprattutto quando il partito a cui hai dato la tua immagine non raggiunge il 3 per cento e nella sfida con Carlo Calenda ti fai battere da una gagliarda esponente di Fratelli d'Italia come Lavinia Mennuni. Spiccano a Roma anche due donne di nome del Pd, come Monica Cirinnà e Patrizia Prestipino: entrambe, in verità, avevano fiutato l'aria. Il partito non le ha salvaguardate - a differenza di altre - e le ha mandate allo sbaraglio in collegi complicati e senza "paracadute". Daranno battaglia, anche se Enrico Letta si sottrarrà alle loro grinfie con la inevitabile fuga già annunciata.

 



ASTIO E LIVORE A proposito, a Roma torna a casa anche un sinistro meno noto, ma molto astioso come il segretario romano del Pd, Andrea Casu. Ha respirato l'aria di Montecitorio per pochi mesi. Nel prossimo Parlamento mancherà Emanuele Fiano, strapazzato nel collegio lombardo di Sesto San Giovanni da Isabella Rauti, che aveva tentato di delegittimare in tutti i modi. Ma la strategia si è rivelata sballata, col livore - lo ha dimostrato anche il fallimento della campagna anti Meloni - non si ottengono più risultati. Trombato pure lui.

Così come ha rischiato grosso un personaggio noto come Carlo Cottarelli: il collegio che gli hanno rifilato gli è stato sottratto con la consueta eleganza da Daniela Santanchè ('ste donne di Fdi hanno fatto faville in questo giro), l'economista si salva grazie al posto che Letta gli ha regalato nel proporzionale. Fanno rumore altre esclusioni eccellenti, come quella del renziano toscano (rimasto nel Pd) Andrea Marcucci, triturato a Livorno dal leghista Manfredi Potenti. Lo scrutinio senatoriale è stato salutato con un boato consistente accompagnato da quello per la Camera: nel territorio meno vasto per Montecitorio correva Andrea Romano. Si può immaginare la gioia degli elettori di centrodestra alla notizia della vittoria sudi lui della forzista Chiara Tenerini. In Toscana degna di menzione la sfida di Pisa: il leghista Edoardo Ziello ha stracciato il costituzionalista del Pd Stefano Ceccanti. Letta lo aveva dirottato lì. Anche lui sa chi ringraziare. In Emilia ci aveva provato anche Pippo Civati, leader di quella sinistra riunitasi nel movimento Possibile e che voleva rappresentare l'alternativa a Pierferdinando Casini, di cui pure era alleato. Risultato: Civati a casa e Casini in quella dove dimora da decenni, prima la Camera e ora il Senato. Meritano una prece e una segnalazione a Chi l’ha visto l’assessore del governatore folle Emiliano, Pierluigi Lopalco, virologo voluto in lista da Speranza (che resta alla Camera ma non più al governo) e Alessia Morani. Quella della deputata marchigiana era un’altra impresa disperata, in una condizione di evidente impossibilità di elezione.

 

 

 

 

Ma anche lei ha voluto lottare lo stesso e si distingue dal resto del suo partito: «Complimenti a Giorgia Meloni prima donna italiana che vince le elezioni politiche. Meloni è leader della coalizione vincente e si avvia a formare il primo governo italiano a guida femminile». Poi la stilettata ai suoi: «Sulla catastrofe del Pd e del centrosinistra ne parleremo diffusamente». Altre bocciature inaspettate? Il sindacalista Marco Bentivogli, l’ex presidente della Toscana Enrico Rossi(distintosi in insulti incredibili a Matteo Salvini fino all’ultimo giorno) e Bobo Craxi, in Sicilia. Ma ce l’ha fatta sua sorella Stefania sul fronte opposto, con Forza Italia e il centrodestra. Infine, ma chissà quanti altri, un altro trombato speciale. Un assessore del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: Andrea Catarci, che ha chiesto di tentare l’avventura. Il destino gli ha messo contro Giulia Bongiorno (Lega)e dovrà continuare a restare in Campidoglio, anche se dovrà spiegare con quale faccia

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