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Antonio Socci, così Matteo Salvini ha salvato il centrodestra

Antonio Socci
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Ieri Matteo Salvini ha spiegato che la Lega ha elettoralmente pagato la partecipazione al governo Draghi con Pd e M5S. Le cose effettivamente stanno così e lo documenta la "Supermedia dei sondaggi politici" realizzata il 28 gennaio 2021 da Youtrend. Che fa capire anche molte altre cose. Vediamole. Il 26 gennaio 2021 - per mano di Renzi - cade il Conte 2 formato da Pd e M5S. La Supermedia di Youtrend del 28 gennaio (due giorni dopo) mostra che il Centrodestra è al 49%, molti punti sopra al centrosinistra (in qualunque sua versione). Quindi se si fossero sciolte le Camere, come sarebbe stato normale, avrebbe vinto le elezioni. Ma naturalmente le Camere non furono sciolte: c'è sempre qualche emergenza in Italia che lo "vieta". In quel caso fu proclamata la necessità di organizzare la vaccinazione e di completare il Pnrr. Dunque Mattarella chiamò Draghi e lo incaricò di fare un governo di unità nazionale. C'è chi diceva che questo lo avrebbe lanciato verso il Quirinale (il cui rinnovo sarebbe arrivato un anno dopo) e c'è chi sospetta che invece questa operazione lo azzoppò per quella corsa. Di certo c'è che Draghi puntava al Colle (come abbiamo visto in seguito).

 

 

 

IL BANCHIERE - Probabilmente l'incarico al banchiere, molto benvoluto alla Casa Bianca dem, rispondeva anche a esigenze internazionali. Basti ricordare che Biden definì Putin «un assassino» appena si insediò alla presidenza Usa - il 18 marzo 2021- quando si era ancora ben lontani dall'invasione russa del Donbass: lo scontro era nell'aria. Curiosamente Draghi e Mattarella volevano che tutti i partiti partecipassero alla coalizione di governo. Perché?
Il motivo non si è mai capito. Infatti il nuovo esecutivo aveva già la maggioranza sicura del precedente esecutivo (Renzi partecipava come principale sostenitore di Draghi). Inoltre, con Forza Italia che aveva già dichiarato l'appoggio al governo, a Draghi era stato tolto in partenza l'imbarazzo di guidare un esecutivo di parte, cioè di sinistra. Sarebbe nata la famosa "maggioranza Ursula", tanto spesso evocata. Eppure vi furono pressioni molto forti perché partecipassero anche Fdi e la Lega, i cui voti non erano determinanti. Le pressioni furono particolarmente insistenti su Salvini perché all'interno della Lega molti importanti leader volevano entrare nella coalizione Draghi (compresi i governatori del Nord). Salvini era invece di parere opposto. Ebbi con lui uno scambio di battute, proprio il 27 gennaio 2021, e mi disse: «Un governo con il Pd non lo farò mai!». Aggiunse: «Sarebbe un suicidio».
Poi, evidentemente, le pressioni - dentro e fuori la Lega - furono tali che dovette arrendersi, ma aveva visto giusto. Infatti se si rilegge la "Supermedia di Youtrend" realizzata in quelle ore si fa una scoperta illuminante: tutti i partiti avevano praticamente le percentuali che hanno poi preso il 25 settembre nelle urne. Tutti eccetto due: la Lega - che in quel momento, il 28 gennaio 2021 - era data al 23,6% (primo partito, addirittura in crescita) e Fdi che in quel momento era al 16,3%.
La Lega pochi giorni dopo aderì al governo Draghi ed è crollata al 9 per cento di oggi, Fratelli d'Italia disse no (unico partito a porsi all'opposizione) ed è schizzata al 26% attuale. Tutti gli altri partiti hanno mantenuto sostanzialmente le stesse percentuali di allora. Appare ragionevole dunque dedurne che quel 23,6% che - nel gennaio 2021 - dava il suo consenso alla Lega, voleva la Lega all'opposizione del Pd e di Draghi. E sembra evidente che poi, gran parte di quei consensi, siano passati a Fratelli d'Italia che erano appunto rimasti all'opposizione (con gli spiccioli alle liste di protesta). La Lega dunque ha pagato salatamente quel "sì" a Draghi ed è curioso che oggi a puntare il dito su Salvini siano certi capi leghisti che fecero pressioni sudi lui perché entrasse nella maggioranza (dicevano: «Lo vuole il Nord produttivo»).

 

 

 

Quali altri motivi indussero il segretario della Lega ad arrendersi alle pressioni? C'era la necessità di fermare nuovi provvedimenti fiscali (vedi catasto), di cambiare uomini e strategie nella guerra al Covid e poi la possibilità di partecipare alla definizione del Pnrr e alla scelta per il Quirinale. Ma non solo. Forza Italia - senza consultare gli alleati - aveva già detto sì al governo Draghi. Si prospettava dunque una spaccatura nel Centrodestra con quell'area (che comprendeva anche i centristi) molto sensibile alle sirene renziane. Probabilmente se la Lega fosse rimasta all'opposizione con la Meloni, Forza Italia e centristi - dopo due annidi esecutivo Draghi - sarebbero stati risucchiati nella comitiva Renzi-Calenda in nome della comune esperienza governativa.

HA EVITATO LA SPACCATURA - Dunque Salvini, entrando nella maggioranza e rinsaldando il rapporto con Berlusconi e Forza Italia, ha probabilmente il merito di aver scongiurato una spaccatura futura del Centrodestra (che altrimenti oggi non festeggerebbe la vittoria). Oltre al costo elettorale per la Lega, questa scelta è anche costata a Salvini in termini personali. Perché fin dall'inizio - da quando Draghi ha irritualmente scelto i ministri a lui vicini nella Lega e in Fi, senza consultare né Salvini (che è stato preventivamente escluso dall'esecutivo), né Berlusconi- è stato evidente che le strategie del premier andavano a spaccare i partiti che lo sostenevano. Spaccature che poi si sono effettivamente verificate sia nel M5S che in Forza Italia. L'intervento del premier in Parlamento del 20 luglio (dove ha preso a sportellate Lega, Forza Italia e M5S) e poi la sua ultima conferenza stampa (dove ha replicato), hanno poi dimostrato che effettivamente Draghi non aveva un profilo istituzionale, ma si è mosso secondo sue logiche politiche, particolarmente ostili a Salvini che, in questi diciotto mesi, ha cercato di isolare e delegittimare in ogni modo (con l'aiuto della stampa). Probabilmente i meriti di Salvini nella vittoria del Centrodestra superano di molto il risultato della Lega.

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