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Salvini ha scelto i suoi ministri: tutti i nomi (e una enorme sorpresa)

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Enrico Paoli
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Il leader della Lega, Matteo Salvini, formalmente è impegnato a dare al Paese «la squadra di governo migliore possibile», in modo da vedere l'esecutivo subito all'opera. Per questa ragione ha convocato per domani un altro Consiglio federale, «per condividere e poi scegliere i nomi più adatti».

 

 

 

 

Fuori dai crismi dell'ufficialità il vertice del Carroccio, prima di tutto, dovrà fare il punto su quanto emerso dall'incontro fra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni - ministri tecnici sì o no e quanti dicasteri a Lega e Fi - e poi dovrà trovare una sintesi relativamente alla partita del Viminale. Dalle parti di via Bellerio s' insiste nel far notare che il bis all'Interno, per Salvini, resta l'obiettivo principale. Gli alleati del centrosestra, come alternativa, potrebbero offrire a Matteo due possibilià: la carta Nicola Molteni, fedelissimo del segretario, oppure quella di Matteo Piantedosi, prefetto di Roma, in lizza con l'altro prefetto, Giuseppe Pecoraro. Se Salvini dovesse decidere di fare un passo indietro rispetto al Viminale, potrebbe spostarsi al Lavoro, visto che per l'Agricoltura Gian Marco Centinaio non sembra essere in discussione. La platea della Coldiretti, a Milano, lo ha accolto calorosamente.

 

 

Altra partita chiave la Farnesina, dove la Lega, vuole approdare, nonostante le mire di Forza Italia. E anche qui Salvini potrebbe avere un ruolo. Al di là del valzer dei nomi, il gioco preferito di questi giorni, nell'agenda del Consiglio Federale compare un altro titolo. La Lega, seguendo un proprio schema, punta prima a fissare le caselle da riempire (Viminale a parte, gli obiettivi sono Agricoltura e Esteri, Difesa e Scuola, o Università, e Infrastrutture) e poi a metterci sopra le pedine. Salvini, pur incontrando tutti, sa che i posti sono pochi e nomi sul tavolo tanti. «In virtù di una legge elettorale folle», dice Alessandro Morelli, vice ministro alle Infrastrutture, «molti esponenti bravi della Lega sono rimasti fuori. Ma non possiamo permetterci il lusso di perdere per strada persone competetenti e preparate». Per Salvini, insomma, non sarà un lavoro facile, dovendo trovare l'equilibro con gli alleati. Quanto al fronte Bossi, tornato in scena fondando la sua corrente, dal fronte salviniano provano a smorzare la polemica. «Il Comitato per il Nord non so cosa sia, se è una roba costruttiva è un bene, se non lo è, è un male. Spero non sia il raggruppamento di quelli che hanno sempre da borbottare, di quelli che sono usciti o non sono stati ricandidati», spiega il commissario della Lega Nord, Igor Iezzi

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