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Licia Ronzulli, Berlusconi tira dritto: "Che ministero si prenderà la fedelissima"

Salvatore Dama
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Silvio Berlusconi arriverà a Roma nelle prossime ore. Il Cavaliere potrebbe anticipare il suo rientro nella Capitale. Era atteso per domani, giorno di inaugurazione della nuova Legislatura, ma i piani sono cambiati. Il motivo è facilmente intuibile: manca pochissimo al momento in cui dovranno essere eletti i presidenti di Camera e Senato. E nel centrodestra non c'è ancora un accordo sul da farsi. È in corso uno scontro tra Fratelli d'Italia e Lega. Entrambi i partiti vogliono Palazzo Madama. Il favorito continua a essere Ignazio La Russa, ma Matteo Salvini non molla il colpo. E spinge per Roberto Calderoli. Il Capitano ha già dovuto rinunciare al Viminale, posizione alla quale teneva tantissimo: ne ha fatto un tema della sua campagna elettorale.
Ora non intende cedere nuovamente al volere di Giorgia Meloni. E si è impuntato.

 

 

Secondo Matteo, riferiscono fonti di maggioranza, il fatto che FdI prenda in un colpo solo Palazzo Chigi e il Senato è tanta roba. Troppa. Ci vuole un bilanciamento dei pesi all'interno della coalizione. La conseguenza è che, se non si scioglie il nodo della seconda carica dello Stato, tutta la trattativa sui ministeri procede a rilento. E oramai le lancette scorrono veloci. Urge un nuovo vertice tra i leader. E ci sarà a brevissimo. Berlusconi ha già chiarito quali sono i desideri della sua parte politica: due ministeri "pesanti". Uno per Antonio Tajani e l'altro per Licia Ronzulli. Nel primo caso non ci sono state particolari questioni. L'ex presidente del Parlamento europeo sembra destinato a diventare il nuovo ministro degli Esteri. E ieri anche Elisabetta Belloni, altra candidabile, si è chiamata fuori.

 

 


«È ARROGANTE»
Nel secondo caso la strada è parsa subito in salita. Per perplessità sollevate dai "Fratelli" sul profilo della senatrice azzurra. E qui si è scatenata l'incomprensione. Con Silvio che ci è rimasto male per il nodi Meloni, tanto da parlare in privato di un «atteggiamento arrogante» da parte della presidente del Consiglio in pectore. Frasi riportate dal Corriere e non smentite da Arcore. Fonti di FI accusano di "bulimia" il primo partito della coalizione: «Vogliono tutto loro». Insomma, il clima è questo. Ieri Giorgia ha ribadito il concetto a Lega e Fi mentre parlava all'assemblea dei suoi parlamentari neoeletti: «L'ho detto agli alleati: puntiamo a dar vita a un governo autorevole e di altissimo livello, che parta dalle competenze».

Al Cav la leader della coalizione avrebbe spiegato che non si tratta di un fatto personale. Di "no" ne ha pronunciati tanti, in queste ore, anche ai suoi che aspiravano alle cariche più importanti. Va detto: per tutto il giorno i dirigenti di FdI hanno provato a gettare acqua sul fuoco. E in serata si è aperto uno spiraglio. Il Cav potrebbe ottenere il ministero con portafoglio che reclama per la sua senatrice. Non la Salute, dicastero che sarà attribuito a un tecnico. E neanche l'Istruzione. La mediazione in corso dovrebbe portare Ronzulli al ministero del Turismo.


SCHEMA: 4+1
A conti fatti, se le richieste azzurre saranno soddisfatte, Silvio dovrebbe portare a casa quattro ministeri di fascia A e uno senza portafoglio. I predestinati, oltre a Tajani e Ronzulli, saranno altri a scelta tra Anna Maria Bernini, Alessandro Cattaneo, Paolo Barelli, Elisabetta Casellati e Francesco Paolo Sisto. Si tratta di un "quattro più uno", rispetto ai quattro della Lega, perché gli azzurri sono stati tagliati fuori dalle cariche istituzionali. Che andranno a FdI e al Carroccio, a prescindere da come finisca il testa a testa La Russa-Calderoli. Nel caso al Senato prevalga il primo, perla Camera c'è Riccardo Molinari, favorito su Giancarlo Giorgetti. Quest' ultimo per qualche ora è stato in ballo anche per il ministero dell'Economia.

Scelta "politica" in luogo di una soluzione tecnica. Ma Salvini non ha accolto l'offerta di Meloni. Perché avrebbe significato mollare Palazzo Madama a loro. E il Capitano sta ancora combattendo per ottenere quella carica. Al Tesoro alla fine andrà sicuramente un non-politico. Già, ma chi? Dopo il rifiuto di Fabio Panetta, sono in ribasso le quotazioni di Dario Scannapieco, che alla Cassa depositi e prestiti lascerebbe un vuoto importante. Resta in corsa Domenico Siniscalco. Mentre una new entry nel toto-ministri è il Ragioniere di Stato Biagio Mazzotta. Tecnici saranno anche i ministri dell'Interno (Matteo Piantedosi o Giuseppe Pecoraro), del Lavoro, dell'Università e della Transizione ecologica. In quest' ultima casella bisogna depennare il nome dell'uscente Roberto Cingolani: ha detto di no all'invito dalla futura presidente del Consiglio.

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