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Meloni, il discorso alla Camera: reddito, Ue, fascismo, Quirinale. Tutti i punti

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La neo premier Giorgia Meloni, alla Camera per le dichiarazioni programmatiche, è stata accolta da un lungo applauso della maggioranza e dalla completa immobilità e freddezza dei deputati di opposizione. "Io sono intervenuta molte volte in quest'Aula, come deputato, come ministro, come vicepresidente della Camera, eppure la solennità è tale che mai sono riuscita a intervenire senza provare un sentimento di emozione e profondo rispetto", esordisce la presidente del Consiglio, per la quale quello della fiducia "è un momento fondamentale della nostra democrazia a cui mai dobbiamo assuefarci".

Europa - Parlando del ruolo italiano nella Ue, la Meloni ricorda che "l’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze. Stato fondatore dell’Unione Europea, dell’Eurozona e dell’Alleanza Atlantica, membro del G7 e ancor prima di tutto questo, culla, insieme alla Grecia, della civiltà occidentale e del suo sistema di valori fondato sulla libertà, l’uguaglianza e la democrazia; frutti preziosi che scaturiscono dalle radici classiche e giudaico cristiane dell’Europa. Noi siamo gli eredi di San Benedetto, un italiano, patrono principale dell'intera Europa". 

"Negli ultimi giorni in parecchi hanno detto di voler vigilare sul nostro Paese", tuona, "direi che possono spendere meglio il loro tempo. In quest'aula ci sono valide e battagliere forze di opposizione in grado far sentire la loro voce senza soccorso esterno, mi auguro". Chi sostiene di voler vigilare sull'Italia "manca di rispetto non a me o al mio governo ma al popolo italiano, che non ha lezioni da prendere da nessuno". "Ovviamente non mi sfuggono la curiosità e l’interesse per la postura che il governo terrà verso le istituzioni europee", aggiunge. "O ancora meglio, vorrei dire dentro le istituzioni europee. Perché è quello il luogo in cui l’Italia farà sentire forte la sua voce, come si conviene a una grande nazione fondatrice. Non per frenare o sabotare l’integrazione europea, come ho sentito dire in queste settimane, ma per contribuire ad indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese".

 

 

 

Donne - "Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi", confessa la Meloni, "non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani". "Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste". "Donne che hanno osato per impeto, per ragione, o per amore", continua. "Come Cristina (Trivulzio di Belgioioso, ndr), elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie (Montmasson ndr), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina (Strada ndr) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria (Montessori ndr) o Grazia (Deledda ndr) che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese". "Eppoi Tina (Anselmi ndr), Nilde (Jotti, ndr), Rita (Levi Montalcini, ndr ), Oriana (Fallaci, ndr), Ilaria (Alpi, ndr), Mariagrazia (Cutuli, , ndr), Fabiola (Giannotti, ndr), Marta (Cartabia, ndr), Elisabetta (Casellati, ndr), Samantha (Cristoforetti, ndr), Chiara (Corbella Petrillo, ndr). Grazie, Grazie per aver dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io", conclude nel suo passaggio dedicato alle donne.

Reddito di cittadinanza - "Per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo", attacca la premier. "Perché per come è stato pensato e realizzato, il rdc ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia", aggiunge. "E se sul reddito di cittadinanza - ricorda - in quest’Aula esistono posizioni diversificate, sono certa che tutti concordiamo sull’importanza di porre fine alla tragedia degli incidenti, anche mortali, sul lavoro". 

Papa Francesco - "C’è un tema di povertà dilagante che non possiamo ignorare. Sua Santità Papa Francesco, a cui rivolgo un affettuoso saluto, ha di recente ribadito un concetto importante: 'La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro'. È una verità profonda, che soltanto chi la povertà l’ha conosciuta da vicino può apprezzare appieno". A questo punto Letta e Conte come tutti i deputati dell’opposizione, si sono alzati in piedi per battere le mani.

 

 

Fascismo - Giorgia Meloni poi risponde alle accuse di fascismo. "A dispetto di quanto sostenuto da alcuni, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti regimi antidemocratici, fascismo compreso". "Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 come il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà la nostra storia per sempre", sottolinea. "I totalitarismi del ’900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei. E l’orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell’abisso non si pareggiano mai i conti, si precipita e basta". 

Presidenzialismo - "Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare. Una riforma che consenta all’Italia di passare da una democrazia interloquente ad una democrazia decidente". "Vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese", spiega la premier, "che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra, ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni". "Parallelamente alla riforma presidenziale, intendiamo dare seguito al processo virtuoso di autonomia differenziata già avviato da diverse Regioni italiane secondo il dettato costituzionale e in attuazione dei principi di sussidiarietà e solidarietà, in un quadro di coesione nazionale". E aggiunge; "Vogliamo confrontarci su questo con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, per giungere alla riforma migliore e più condivisa possibile. Ma", avverte, "sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia di fronte ad opposizioni pregiudiziali. In quel caso ci muoveremo secondo il mandato che ci è stato conferito su questo tema dagli italiani: dare all’Italia un sistema istituzionale nel quale chi vince governa per cinque anni e alla fine viene giudicato dagli elettori per quello che è riuscito a fare".

Ucraina - "L’Italia continuerà a essere partner affidabile in seno all’Alleanza Atlantica, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Federazione Russa. Non soltanto perché non possiamo accettare la guerra di aggressione e la violazione dell’integrità territoriale di una nazione sovrana ma perché è il modo migliore per difendere anche il nostro interesse nazionale. Soltanto un’Italia che rispetta gli impegni può avere l’autorevolezza per chiedere a livello europeo e occidentale, ad esempio, che gli oneri della crisi internazionale siano suddivisi in modo più equilibrato. È quello che intendiamo fare, a partire dalla questione energetica". E ancora: "La guerra ha aggravato la situazione già molto difficile causata dagli aumenti del costo dell’energia e dei carburanti. Costi insostenibili per molte imprese, che potrebbero essere costrette a chiudere e a licenziare i propri lavoratori, e per milioni di famiglie che già oggi non sono più in grado di fare fronte al rincaro delle bollette. Ma sbaglia chi crede sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra tranquillità". 

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