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Ong, incoerenza rossa: per un anno si sono tenuti i decreti sicurezza

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Iuri Maria Prado
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Giusto reclamare il diritto alla vita dei migranti. Sbagliato farlo sul presupposto e a condizione che a metterla in pericolo sia il malvagio di centrodestra. Giusto rimproverare chi fa dei migranti la materia passiva dei propri esperimenti elettorali. Sbagliato farlo se ci si occupa dei migranti a seconda della stagione politica del Paese: perché non avevano meno fame, né meno sete, né provenivano da luoghi meno infernali né, soprattutto, morivano meno, i migranti esposti al nullafacentismo dei governi di centrosinistra.

 

 


I decreti sicurezza non dovevano essere poi così male per quelli che se li sono tenuti in purezza per un annetto buono, salvo emendarli di qualche virgola giusto per non vedersi rinfacciata l'ipocrisia con cui ne denunciavano il carattere discriminatorio e inumano solo perché in calce c'era la firma dell'avversario e non la loro.

 

 


Il migrante che langue su un barcone ha garanzia di finire in prima pagina se c'è un ministro da mandare a processo o una donna presidente del Consiglio serva della grammatica patriarcale. Altrimenti tanta bella noncuranza democratica, nell'attesa di essere destinato alternativamente alla medesima piantagione schiavista o alle identiche piazze dello spaccio. 

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