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Salvini, 'proposta indecente': "Pronto a spalancargli le porte", chi vuole in Italia

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Matteo Salvini si appella a Elon Musk. Il leader della Lega, titolare del ministero delle Infrastrutture, apre le porte all'uomo più ricco del mondo (ad oggi, novembre 2022, ndr), proprietario di Twitter, Tesla e SpaceX. Salvini parla di Musk in occasione dell'evento MoltoFuturo organizzato dal gruppo Caltagirone Editore e intitolato "La crisi e l'innovazione". Al centro della discussione infrastrutture, grandi opere, cantieri. "Sui giornali - spiega - vedevo la foto di Elon Musk, uno dei principali geni innovativi: mi piacerebbe potesse lavorare di più con l'Italia e in Italia. Perché come ministero delle Infrastrutture mi piacerebbe creare un polo di attrazione e degli investimenti e dei capitali stranieri che diventi un punto di riferimento dell'innovazione".

 

Salvini non si rivolge casualmente a Musk, in quanto l'imprenditore è amministratore delegato della compagnia automobilistica Tesla. Infatti è proprio dell’industria dell’auto che parla il ministro delle Infrastrutture, spiegando che ormai in Italia "non c’è più” e riportando la sua esperienza personale nelle istituzioni: “Io ho chiesto, quando ero al Viminale, e chiedo ancora oggi di viaggiare su un'auto italiana e non tedesca”. Da qui il vicepresidente del Consiglio prende spunto per parlare concretamente dei suoi obiettivi relativi alla figura di Elon Musk: "Invitarlo a investire in Italia e ad aprire in Italia è uno di quegli ambiziosi obiettivi che ci stiamo proponendo: so che ha qualche problema con lo sbarco in Germania, noi gli spalanchiamo le porte".

 

Salvini ribadisce poi l'impegno a costruire il ponte sullo Stretto, opera sempre contestata e controversa di cui si parla da decenni e che in questi giorni, proprio grazie a lui, è tornata di nuovo alla ribalta. ''Perché dopo 50 anni non possiamo costruire un ponte sullo Stretto di Messina?", si chiede. "Si tratta di un progetto tra i più ambiziosi, innovativi e green che ci renderebbe primi e unici al mondo". Il ministro immagina "un ponte a una campata unica di 3,3 chilometri che unisca non Sicilia e Calabria, ma Palermo a Berlino", e spiega che nella manovra di bilancio, in discussione il prossimo 21 novembre, "ci sarà una norma che riporta in vita la società in via di liquidazione Stretto di Messina", quella che dovrebbe costruire l'opera e che Monti un decennio fa aveva messo in liquidazione dopo lo stop al progetto. "I benefici - assicura il ministro - sono superiori ai costi". 

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