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Manovra, retroscena CdM: "Rischio bomba sociale", lo sfogo che spiega molto

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I margini di lavoro per il governo sono risicati. Non a caso Giorgia Meloni, in attesa di rendere pubblica la legge di Bilancio, ha voluto "raffreddare" una parte delle battaglie che hanno guidato la sua opposizione al governo precedente. Tra le altre quella contro il reddito di cittadinanza. Nel pomeriggio e serata di lunedì 21 novembre, giorno in cui il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla Manovra, ecco che l'aggettivo "abolito" non è più accostato al sussidio grillino. Il timore che si respira all'interno dell'esecutivo è quello di catastrofiche conseguenze. 

 

 

Da qui la scelta di rinviare di otto mesi la stretta per i circa 650mila "potenziali occupabili". Si tratta - racconta il Giornale - di un punto di compromesso tra il presidente del Consiglio che avrebbe voluto accorciare a sei, e la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone che avrebbe invece preferito dodici. "Chi è in grado di lavorare - spiega alla fine il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari - avrà una riduzione del sostegno da dodici ad otto mesi". L'unica eccezione per le donne incinta. 

 

 

La preoccupazione, come detto prima, era quella di creare il caos. Sono infatti centinaia di miglia i nuclei familiari, famiglie con anziani o minori a carico a percepire il reddito di cittadinanza. "L'impatto - ha commentato la stessa Calderone - rischia di essere devastante". A farle eco il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti: "Serve gradualità". Insomma, il rischio del riaccendersi di tensioni sociali di difficile gestione è dietro l'angolo. Lo dimostra l'attacco dell'opposizione al solo fatto di aver messo in agenda una riforma del reddito. "Governo disumano, siamo pronti a tutto", tuona Giuseppe Conte in testa ai Cinque Stelle. E come lui sono pronti a fare le barricate quei percettori che dell'abolizione del sussidio proprio non ne vogliono sapere. 

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