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Qatargate, la difesa di Elly Schlein? Si fa ridere dietro da tutta Italia

Francesco Specchia
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Gauche Qatar, parte seconda, ovvero il vittimismo e l'indignazione dei compagni che sbagliano. Mentre la polizia belga segue i soldi attraverso le matricole del milioneemezzo di banconote scovate a casa di Antonio Panzeri e di Eva Kaili; mentre lo scandalo della corruzione dal Qatar s' allarga ad altri esponenti della sinistra; mentre l'autorevole quotidiano Politico (i giornali stranieri, chissà perché, son sempre autorevoli) si chiede se siano «marce solo poche mele» o l'intero Parlamento; be' ecco che, mentre accade tutto questo, lo stupore del socialismo europeo macchiato dalla corruzione di due suoi autorevoli rappresentati assume varie sfumature. Prima il professor Piero Ignazi punta sullo sdegno di chi si sdegna, e racconta che la destra «non ha il diritto d'indignarsi» a prescindere, accompagnato dall'imbarazzo dei principali quotidiani italiani che evitano accuratamente il Pd nella titolazione.

 

 

 

SDEGNO E SCONCERTO

Poi interviene il sinistrissimo italiano Nicola Fratoianni sul Corriere di Livorno: «Dall'inchiesta di Bruxelles esce un quadro sconcertante: quanto accaduto getta discredito sulla politica, sulle istituzioni, sulla democrazia, e certamente non ne escono bene le istituzioni europee (ma si guarda bene, il Fratoianni, dall'evocare la questione morale calpestata dai suoi, ndr)». Dopodiché, attacca il leader di Articolo1 Roberto Speranza sulla Stampa che si professa «incazzato nero» per un'«enormità che non potevo immaginare». Insomma, siamo noi le vittime, dice con sussurro pilatesco. Ma per farsi un'idea bastava ascoltarsi i discorsi pubblici di Panzeri che minimizzava le mortali condizioni di lavoro in Qatar.


Cerno contro Benifei: "Ma smettila". Guarda qui il video di Non è l'arena


Infine, ecco che s' erge la mitica Elly Schlein, candidata alla segreteria Pd. La quale, sulla Stampa scrive che «da ex europarlamentare trovo gravissimo e vergognoso quanto emerge sulle accuse di corruzione che coinvolgono alcuni deputati, ex deputati e assistenti attivi nel Parlamento europeo. È un danno enorme alla credibilità delle istituzione». Epperò, la Schlein slaloma tra imbarazzo, livore e reticenza, ma non cita mai il gruppo sputtanato dei socialisti, ossia la sua famiglia europea di riferimento. Afferma, sempre Schlein di voler vietare «il fenomeno delle porte scorrevoli, che vede chi ha avuto ruoli di rappresentanza delle istituzioni poi farvi seguire con disinvoltura ruoli di rappresentanza di interessi privati, e per limitare questo fenomeno servono adeguati periodi di raffreddamento dopo la conclusione del mandato, perché non vi sia alcuna ombra di conflitto di interessi». E sta bene.

 

 

 


Ma, poi, ecco il colpo di lombi. «Quando ero al Parlamento europeo» racconta laprogressista «ero co-presidente di un intergruppo parlamentare sulla trasparenza e la lotta a corruzione e mafie, e abbiamo proposto già allora di stringere le maglie e i controlli sulle attività delle lobby all'interno delle istituzioni europee. Rafforzare i registri obbligatori dei gruppi di interesse che accedono alle Istituzioni, con norme di trasparenza sui loro bilanci, così come maggiore trasparenza dei parlamentari sugli incontri con le organizzazioni e i portatori di interesse...». E perché le suddette proposte non sono passate? «Per colpa delle destra che non ha stretto le maglie...» prosegue Brando Benifei capodelegazione Pd al Parlamento europeo, che oramai gira i talk show dichiarando che se la sinistra si fa corrompere in fondo, be', è colpa della destra. Che è un'affermazione tra Kafka e un eccesso di peyote. Ma, in fondo, sarebbe proprio questa l'ultima tonalità mediatica dello scandalo, sostenuta dal Pasok greco, da Politico, daeurodeputati e intellettuali d'integerrima ascendenza gramsciana.

 

 

 

UNA STRANA TEORIA

Cioè: non sono tanto le mele marce di sinistra, ma l'intera istituzione europea ad essere corruttibile dal sistema selvaggio delle lobby; e se non c'è una legislazione rigorosa sulle lobby (c'è, ma si applica a convenienza) la colpa è delle opposizioni che le bloccano. Ergo, per tornare a bomba, avrebbe ragione il bizzarro Benifei: se i compagni sbagliano in Italia,Europa, mondo - senza dolersi-, be', lo strano fenomeno è da attribuire alla destra che non vigila e induce in tentazione. Ha ragione la Schlein: indignarsi non basta. Servirebbe anche vergognarsi un po'... 

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