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Sondaggio, "Pd doppiato": le cifre stravolgenti di FdI

Antonio Rapisarda
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Un partito "di Piazza" (del Popolo) e di governo. La tre giorni "sold-out" di Fratelli d'Italia - che in questa tornata speciale ha festeggiato in un sol colpo la storica conquista di Palazzo Chigi, Giorgia Meloni prima premier d'Italia e i primi dieci anni di vita - ha dimostrato che il soggetto nato nel 2012 per ridare una casa alla destra non ha mutato pelle e stile pur avendo oggi dimensioni e responsabilità mai ottenute dalla "fiamma" in tutta la sua storia.

A chiudere un 2022 coi fiocchi una riuscitissima festa invernale e l'ennesima spinta in su nei sondaggi. Da un lato, infatti, gli organizzatori di "Dieci anni di amore per l'Italia" gongolavano davanti ai 10mila partecipanti: numeri ufficiali che con l'intervento del premier Meloni a "tendone aperto", che ha chiuso ieri l'evento, sono di certo lievitati ulteriormente. Prima di lei per trenta ore si sono alternati - fra interviste e tavole rotonde - il presidente del Senato, Ignazio La Russa, quasi tutti i ministri (inclusi Piantedosi, Tajani e Giorgetti), sottosegretari e presidenti di Commissione che, come si legge in una nota, hanno ripercorso le principali tematiche di queste settimane: «Dalla sovranità e sicurezza alimentare alla realizzazione di nuovo immaginario italiano; dall'istruzione, famiglia e sport per far crescere il futuro dell'Italia, alla giustizia garanzia di libertà e sicurezza». E poi le riforme istituzionali, il reddito di cittadinanza, con uno sguardo approfondito alla «prima manovra del nuovo governo». Promossa, senza alcun patema, dall'Europa.

 

Dall'altro lato a certificare lo stato di grazia di FdI è stato l'istituto Tecnè: il partito di via della Scrofa viaggia spedito verso il 31% (siamo arrivati al 30,8%). Secondi i 5 Stelle, distanziati di ben 13 punti (17,5%). Malissimo il Pd, che continua scendere di un ulteriore 0,7% toccando quota 15,7%: ormai è più che doppiato dal partito di via della Scrofa. Tutto ciò nonostante Letta, Bonaccini e Schlein si affannino da settimane a contestare ogni azione del governo: incluso il tentativo di "oscurare" ieri la manifestazione di piazza del Popolo organizzando a poche centinaia di metri, Piazza SS. Apostoli, una reunion anti-manovra.
 

ELETTORI IN FILA
Il risultato? Anche qui - sui numeri e sulla rilevanza mediatica - Giorgia e i suoi "fratelli" hanno vinto senza appello: con i simpatizzanti e i semplici cittadini a fare la fila per cercare di conquistare un piccolo spazio dentro il tendone prima dell'arrivo del premier e leader di FdI e faticando persino a trovare posto vicino agli schemi presenti all'esterno.

Evento clou, questo degli "appunti di Giorgia" per l'occasione svolto dal vivo, molto atteso anche dalla stampa italiana e internazionale e che ha visto la prima linea del pubblico tutta composta da ministri e sottosegretari del governo che hanno sottolineato con gli applausi tutti i passaggi del premier. Squadra che Meloni non ha mancato a sua volta di ringraziare (insieme agli alleati Salvini e Berlusconi), non prima però di aver tributato i complimenti a chi ha organizzato la prima festa di FdI senza di lei: «Sapete quanto ci tenga a queste manifestazioni. Sono molto orgogliosa di ciò che sto vedendo: segno che abbiamo una classe dirigente più che all'altezza. Con la quale siamo riusciti a creare quel miracolo che ci ha portato al governo, passo dopo passo».

 

E in effetti prima dell'arrivo della "capa" la manifestazione ha vissuto lo stesso clima che si respira di solito ad Atreju: a cambiare - dicevamo all'inizio - la natura del mandato (per tanti si tratta anche della prima volta al governo). Ma l'approccio volontaristico e militante, dal dirigente locale a chi oggi ha incarichi in un dicastero, è rimasto lo stesso. A spiegarlo è Giovanni Donzelli, stacanovista responsabile Organizzazione del partito. E pure della tre giorni: «Rimaniamo gli stessi con la stessa visione di partito: ciascuno mette il suo mattoncino per realizzare un evento come questo». Gli altri partiti, ha assicurato dal palco, «se le sognano queste cose... Qui c'è ancora sudore, fatica, sangue, pensiero, studio. È la nostra differenza». 

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