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Pd, dove governano i dem tasse alle stelle

Fabio Rubini
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Nel duello a distanza tra Lombardia e Lazio, regioni che andranno al voto il prossimo 12 e 13 febbraio, guidate rispettivamente da giunte di centrodestra e centrosinistra, la prima segna un altro punto a suo favore. Ed è un punto non da poco visto che riguarda quell'odiosa abitudine che hanno le giunte di centrosinistra di mettere le mani nelle tasche dei loro amministrati. Come amava ricordare Indro Montanelli quando scriveva: «La sinistra ama talmente i poveri che ogni volta che è al potere li aumenta di numero...». Dal primo di gennaio la Regione Lazio - retta fino a poche settimane fa dal piddino dimissionario Nicola Zingaretti - ha aumentato le aliquote Irpef che grazie ad un incremento dell'1,60% arriveranno a pesare sui portafogli dei laziali per il 3,33%. Resta invece invariata quella dello scalone di reddito minimo - fino a 15mila euro - fissata all'1,73%. Un'aliquota quest' ultima, comunque alta se rapportata ad altre regioni. Una su tutte la Lombardia, dove da anni le cosa vanno in maniera diametralmente opposta. Ci torneremo presto.

 

 

SCONTRO TRA CANDIDATI - Non prima di aver registrato la polemica politica che questo aumento ha subito scatenato tra i due contendenti alla presidenza. Per Francesco Rocca, ex presidente della Croce Rossa e attuale candidato del centrodestra (verrà presentato oggi in conferenza stampa): «Dalla giunta Zingaretti è arrivato il regalo di Natale, aumentando l'addizionale Irpef che va a colpire il ceto medio. Dopo dieci anni in cui potevano risanare i conti questa è la loro mossa». E ancora: «La Sanità nel Lazio è in grande difficoltà: basti pensare alle infinite liste d'attesa nei Pronto Soccorso e nelle altre strutture sanitarie, che sono tra le peggiori d'Italia». Più duro di Rocca è il capogruppo della Lega in Regione Lazio, Angelo Tripodi: «D'Amato e la giunta Zingaretti hanno tartassato i cittadini con l'aumento delle addizionali Irpef e Irap, sottraendo le risorse per la gestione sanitaria a favore dei trasporti: quasi 340 milioni di euro su circa 754 milioni di euro. La Regione Lazio è in esercizio provvisorio come nel 2018 e la giunta Zingaretti avrebbe potuto abbassare le addizionali regionali, approvando, ad esempio, la legge di stabilità 2023». Per contro Alessio D'Amato, assessore uscente alla Sanità e candidato governatore per il centrosinistra allargato al Terzo Polo, si difende attaccando, spiegando cioè che «il regalo per il nuovo anno lo ha fatto il governo nazionale non prorogando le incentivazioni sui carburanti». Poi sul caso specifico del Lazio, promette: «Se vincerò le elezioni, per quanto mi riguarda, è mia intenzione diminuire le addizionali regionali e sarà il primo atto che verrà portato con la nuova legge di bilancio entro il 31 marzo».

 

IL "CASO PIRELLONE" - Dicevamo prima del "caso Lombardia", dove grazie al buon governo del centrodestra non solo le tasse regionali non aumentano, ma addirittura diminuiscono. E questo, nonostante la crisi, succederà anche nel 2023. Un intendimento messo nero su bianco pure nell'ultima legge di bilancio approvata pochi giorni prima di Natale dal Pirellone. Quindi anche per quest'anno le aliquote dell'addizionale Irpef rimarranno invariate «e al minimo stabilito dalla legge dello Stato - ci spiega orgoglioso Davide Caparini, leghista, assessore uscente al Bilancio della giunta guidata da Attilio Fontana -. Non le abbiamo mai toccate. Anche perché qui in Regione, pure tra i funzionari, la forma mentis è quella che pur di alzare le tasse ai cittadini si fanno miracoli per trovare le risorse». E in effetti un'altra cosa che deve far riflettere è che la tariffa minima del Lazio - 1,73% - corrisponde esattamente a quella massima della Lombardia. Per intenderci un lombardo che dichiara un reddito fino a 15 mila euro paga soltanto l'1,23% di Irpef. In questi anni, però, in Lombardia hanno fatto anche di più e di meglio. Le tasse non solo non le hanno alzate, ma le hanno pure abbassate. Il riferimento è al bollo auto. «Grazie alla domiciliazione bancaria e ai risparmi che questo metodo di riscossione comporta anche per la Regione, siamo riusciti a scontare l'importo del bollo che - ricorda Caparini - è l'unica tassa davvero regionale. In questo modo gli oltre tre milioni di lombardi che hanno aderito a questa iniziativa è come se risparmiassero due mensilità sul bollo auto».

 

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